Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/203

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Della perduta mia morta speranza.
ergásto.
Degno se’ di pietá piú che d’invidia,
Mirtillo, anzi pur Tantalo novello;
Chè nel gioco d’Amor chi fa da scherzo,
Tormenta daddovero. Troppo care
Ti costár le tue gioie; e del tuo furto
E ’l piacer e ’l gastigo insieíne avesti.
Ma s’accorse ella mai di questo inganno?
MIRTILLO.
Ciò non so dirti, Ergasto:
So ben ch’ella in que’ giorni,
Ch’Elide fu della sua vista degno,
Mi fu sempre cortese
Di quel soave ed amoroso sguardo.
Ma il mio crudo destino
La’ nvolò si repente,
Che me n’avvidi appena: ond’io, lasciando
Quanto giá di piú caro aver solea,
Tratto dalla virtú di quel bel guardo,
Qui, dove il padre mio
Dopo tant’anni ancor, come t’è noto,
Serba l’antico suo povero albergo,
Men venni, e vidi, ah misero! giá corso
A sempiterno occaso