Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/267

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Sdegni di profferire
Al mio morir.
AMARILLI.
Se dianzi t’avess’io
Promesso di risponderti, siccome
D’ ascoltar ti promisi,
Qualche giusta cagion di lamentarti
Del mio silenzio avresti.
Tu mi chiami crudele, immaginando
Che dalla feritá rimproverata
Agevole ti sia forse il ritrarmi
Al suo contrario affetto:
Nè sai tu che l’orecchie
Cosí non mi lusinga il -suon di quelle
Da me sí poco meritate e molto
Meno gradite lodi
Che mi dái di beltá, come mi giova
Il sentirmi chiamar da te crudele.
L’esser cruda ad ogn’altro,
Giá noi nego, è peccato;
All’amante è virtute:
Ed è vera onestate
Quella che ’n bella donna
Chiami tu feritato.
Ma sia, come tu vuoi, peccato e biasmo