Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/308

Da Wikisource.

Del tuo giusto dolor possa far fede.
No; che potrebbon di leggieri in questo
Loco, a tutti sí noto e sí frequente,
Accorrere i pastori, ed impedirci,
E ricercar ancor (che peggio fora)
La cagion che mi move; e s’io la nego,
Malvagio; e s’io la fingo, senza fede
Ne sarò riputato; e s’io la scopro,
D’eterna infamia rimarrá macchiato
Della mia donna il nome, in cui bench’io
Non ami quel che veggio, almen quell’amo
Che sempre volli e vorrò fin ch’i’ viva,
E che sperai, e che veder dovrei.
Muoia dunque l’adultero malvagio
Ch’a lei l’onore, a me la vita invola.
Ma se l’uccido qui, non sará il sangue
Chiaro indizio del fatto? e che tem’io
La pena del morir, se morir bramo?
Ma l’omicidio alfin fatto palese,
Scoprirá la cagione: onde cadrai
Nel mede sm o periglio dell’infamia
Che può venirne a questa ingrata. Or entra
Nella spelonca, e qui Tassali. È buono:
Questo mi piace. Entrerò cheto cheto
Sí, ch’ella non mi senta: e credo bene