Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/60

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tunque da quelle nozze non fossero poi nati che dissapori e litigj fra il padre severo e i giovani sposi. Passò dunque dalla corte di Firenze a quella d’Urbino, bella già di tanta gentilezza ed elegante cultura a quel tempo, che vi fiorivano a II formator del cortigiano Col Bembo e gli altri sacri al divo Apollo» (Ariosto, Sat. IV); tempo del quale resta viva e piacente imagine nel bel libro del Castiglione. Quando, già cominciato il Secento, vi giunse il Guarini «Quivi non era Federico allora, Nè Lisabetta, nè il buon Guido v’era, Nè Francesco Maria, nè Leonora» (Ariosto, Fur. C. 43, St. 148). Anzi un Francesco Maria v’era, ma secondo di questo nome, e ultimo di quei Feltreschi e Della Rovere; alla cui morte doveva Urbino correre la stessa fortuna cfi Ferrara, e passar nelle mani di coloro, che «hanno stato e non lo governano, hanno stid- Guahimi. d