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il re del mare | 151 |
Si componeva di otto velieri, muniti di vele immense e montati da equipaggi numerosi, ma solo quello montato dalla Tigre, che era ancora più grosso di quello che Yanez aveva perduto sul Kabatuan, era in grado di tenere, almeno per qualche tempo, testa agli avversarî. Gli altri non erano che dei semplici navigli malesi, un po’ più grossi dei prahos comuni, senza bilanceri e forniti invece di ponte e di murate piuttosto alte per meglio proteggere i fucilieri.
La squadra nemica, che doveva prima aver cacciate le Tigri di Mompracem dalla loro isola, era di molto più forte e anche meglio armata, componendosi di due piccoli incrociatori che battevano bandiera inglese, di quattro cannoniere e di un brigantino di tonnellaggio quasi eguale a quello della Marianna.
Tuttavia quelle diverse navi non osavano abbordare i velieri di Sandokan ed avevano molto da fare a tener testa alle formidabili scariche di moschetteria dei pirati, ai pezzi da caccia ed ai colpi di mitraglia dei prahos che spazzavano, come uragani micidiali, i loro ponti.
La comparsa improvvisa della magnifica e poderosa nave americana, aveva interrotta per un momento la pugna e sospeso il combattimento, ignorando tanto gl’inseguiti quanto gl’inseguitori a quale nazione appartenesse, non essendo stata innalzata alcuna bandiera sull’asta di poppa, nè al pomo della mezzana.
Una voce formidabile che s’alzò dal ponte di comando della nave, avvertì le Tigri di Mompracem che avevano un formidabile protettore.
— Viva Sandokan! Urrà per Mompracem!
Poi seguì il comando:
— Fuoco di bordata sugl’Inglesi!
I setti pezzi di babordo della nave americana, tutti i pezzi di grosso calibro e di lunga portata, avvamparono quasi nell’istesso tempo, con un rimbombo spaventevole che si ripercosse fino in fondo alla stiva, facendo tremare perfino i puntali, e quella tempesta di proiettili rovinò addosso ad uno dei piccoli incrociatori disalberandolo d’un colpo solo, squarciandogli il fianco di tribordo e facendogli scoppiare le caldaie.
Un uragano di fuoco e di fumo irruppe tosto dalla sala delle macchine, seguìto da un fragore formidabile che pareva prodotto dallo scoppio delle casse di munizioni e di barili di polvere.
La nave, arrestata di botto, si piegò sul fianco ferito, mentre l’equipaggio si gettava in acqua, urlando.