Pagina:Il Re del Mare.djvu/154

Da Wikisource.
150 emilio salgari

Yanez, un po’ pallido per l’emozione, ma calmo, aveva puntato un cannocchiale verso ponente, mentre la nave correva come una rondine marina, lasciandosi dietro una interminabile scìa spumeggiante.

— Fumo all’orizzonte! — gridò ad un tratto il portoghese. — Vi sono delle navi a vapore laggiù. Sono navi inglesi, non ne dubito. Presto! Presto!

— Corriamo il pericolo di saltare, signor de Gomera. Non possiamo forzare di più le caldaie.

Un fumo biancastro, che la luce lunare mostrava perfettamente, si alzava verso Mompracem.

I colpi spesseggiavano. Si combatteva furiosamente in quella direzione.

Poi cominciarono a scorgersi i lampi delle artiglierie. Avvampavano su una vasta zona, come se un gran numero di navi combattessero.

— I nostri prahos! — urlò d’improvviso Yanez, staccando dall’occhio il cannocchiale. — La Tigre della Malesia s’allontana al nord. Maledetti! Ancora una volta gl’Inglesi ci hanno vinti!

L’americano gli aveva strappato di mano il cannocchiale.

— Sì, i prahos — disse poi — e cannoneggiati da cannoniere. Veleggiano al nord.

— Cannonieri! — gridò Yanez. — Pronti per il fuoco di bordata! Massacrate quelle navi!

Il Nebraska si avanzava rapido, in modo da frapporsi fra i velieri che fuggivano sempre sparando, con la Marianna di Sandokan in coda, che avvampava come un vulcano; e le piccole navi a vapore che li perseguitavano con scariche formidabili.

— Eccoci in pieno ballo — disse l’americano. — Giovanotti! Fuoco di bordata!



XVI.


La dichiarazione di guerra.


La flottiglia della Tigre della Malesia, pur fuggendo dinanzi al nemico, si batteva furiosamente, rispondendo vigorosamente con i quattro pezzi da caccia appostati sulla tolda della Marianna e le grosse spingarde dei prahos.