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IL ROCCOLO

Sfacciatelli:
Ora cantate,
Fischiate,
Strillare,
Troppo tardi omai piagnete,
Poichè siete nella rete.
State mò:
State qui finchè ritorno.
Io vogl’ire un poco attorno,
E veder tutte quante
Le delizie,1 che sono
In questo luoco adorno,
Alto Ninfe, che nel bagno2
Vo’ calar senza compagno.
Le coscie, e il tergo,
E il petto immergo,
Ma più insuso io non m’arrischio,
Perchè temo,
Che se l’acqua il labbro tocca,
Non me ne cada qualche stilla in bocca:

  1. Il Signor Conte Gelio Ghellini nel costruire il suo Roccolo ebbe in vista non meno il piacer della uccellagione, che quello di avere una boschereccia delizia nella sua Villa, in cui trattenere graziosamente gli Amici, e gli Ospiti: laonde oltre a quanto spetta alla caccia egli vi aggiunse pure e il comodo del bagno, e il divertimento della pesca, e viali e statue e prospettive ed altre adiacenza, le quali tuttassieme formano un luogo, ove ad ogni ora così nell’autunnale come nella estiva stagione andar si può, e trattenersi con molta soddisfazione e diletto.
  2. Naturalissima cosa è, ch’uom dal soverchio bere riscaldato ed acceso vada in traccia di refrigerio. Il nostro Eroe però si contenta di dar un tuffo nel bagno per rinfrescarsi: ma per conservare il carattere si astiene, ed anzi cautamente si guarda dal trangugiare nè pure una stilla d’acqua siccome buon Figlio di Bacco, di cui siegue gli avvertimenti e gli esempli.