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nel turbine del mondo 381

sua natura egoistica, si era preso per il soprannaturale dell’odio che gl’infermi concepiscono talvolta per la persona della quale sanno che ha fatto delle infermità loro un pronostico triste. Come questi infelici vogliono persuadersi che il profeta non merita fede e più la sua profezia si viene avverando, più s’irritano, più si struggono di abbattere quell’autorità minacciosa; così colui, più sentiva declinargli il vigor giovanile e perder credito i dogmi materialistici e folgorargli nel cuore di quando in quando certe apprensioni lancinanti di una verità formidabile che poi venivano lentamente meno, più s’inveleniva nell’odio coperto d’ironica noncuranza.

«Senta un po’, caro Lei» diss’egli a Benedetto dopo essersi fatto largo nella conversazione con quella parola e quel gesto. «Lei parla molto di dei falsi e di dei veri. Io non so se il Suo sia falso o vero. Sarà vero ma è certamente irragionevole. Un Dio che ha creato il mondo come gli è piaciuto, in modo che deve andare come va, e poi viene a dirci che dobbiamo farlo andare in un modo diverso, eh senta, via! non è un Dio ragionevole! Lei si è permesso di vuotare un sacco di contumelie, un sacco di accuse agli uomini politici, che sono calunnie, specialmente se le vuole applicare a quel signore lì e a me; ma io Le concedo che la politica, per forza, non è