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382 capitolo settimo

mestiere da Santi. Chi ha fatto il mondo non ha voluto che lo sia! Se la sbrighi con lui. Ebbene, bisogna pure che qualcuno lo faccia, quel mestiere lì. Adesso lo facciamo noi che se non siamo Santi, almeno Lei vede quanto pazientemente trattiamo con i Santi. E senta.»

Il sottosegretario guardò l’orologio.

«Si fa tardi» diss’egli «e nelle vie di Roma, a ora tarda, la santità corre qualche pericolo. È meglio che Lei se ne vada.»

Stese la mano al campanello elettrico per chiamare l’usciere.

«Signor ministro!» esclamò Benedetto con tal vigore di accento che il sottosegretario rimase immobile a braccio steso come colto da un colpo di gelo. «Lei teme per lo Stato, per la monarchia, per la libertà, i socialisti e gli anarchici; tema molto più i Suoi colleghi schernitori di Dio, perchè i socialisti e gli anarchici sono febbre, gli schernitori di Dio sono cancrena! – Quanto a Lei» soggiunse vôlto al sottosegretario «Lei deride Uno che tace. Tema il suo silenzio!»

Senza che nè l’uno nè l’altro dei due potenti dicesse una parola, facesse un gesto, Benedetto uscì della sala.


Egli discese lo scalone vibrando tutto nel con-