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Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/133

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122 Il sofista.

Teet. Quali?

For. Una quella che ha luogo in privato; un’altra quella che in pubblico.

Teet. Si ammetta dunque l’uno e l’altro tipo.

For. E della caccia privata, alla sua volta, non c’è quella che guadagna mercedi e quella che offre doni?

Teet. Non capisco.

For. Si vede che non hai mai fatto attenzione alla caccia degli amanti.

Teet. A proposito di che?

[E]For. Che a coloro che hanno accalappiato regalano poi anche dei doni.

Teet. Dici verissimo.

For. Sia questo dunque il tipo dell’arte amatoria.

Teet. Precisamente.

For. E di quella che guadagna mercedi quella parte che conversa piacevolmente e che si è fatta la sua esca tutta di lusinghe, e ne trae in compenso il proprio mantenimento soltanto, la [223]potremmo dire, io credo, tutti un’arte adulatoria o dolcificatoria.

Teet. Perchè no?

For. E quella che fa professione di intrattenere a scopo di virtù, e in compenso piglia denari1, forse che questa specie non merita che sia chiamata con un nome diverso?



  1. La differenza dunque tra l’adulatore (parassita) e il sofista è che il primo riceve la mercede, diremmo noi, in natura, l’altro in denaro.