Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/154

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Il sofista. 143

cacciato ciò che v’è dentro che lo impedisca, — così si son persuasi questi per l’anima, non esser [D]essa per trar giovamento dall’istruzione che le è data, prima che altri confutando e riducendo a vergognarsi il confutato, col toglier via le opinioni che fanno ostacolo all’imparare, te lo presenti puro e tale che creda di saper solo ciò che sa e nulla più.

Teet. La migliore infatti questa è e la più saggia di tutte le disposizioni 〈dell’anima〉.

For. Per tutto questo, o Teeteto, si deve anche dire che la confutazione è la più grande e la più efficace delle purificazioni, e che viceversa chi non si lascia confutare, anche se egli fosse il [E]Gran Re1, poichè è impuro nella parte essenziale, è da reputarsi insensato2 e deforme appunto in quelle cose in cui s’addice esser purissimo e bellissimo, chi voglia essere veramente felice.

Teet. Proprio così.


XVIII.


For. E che poi? Quelli che usano di quest’arte chi diremo che sono? Poichè io ho paura di dirli [231]sofisti.



  1. Cioè il re di Persia.
  2. ἀπαίδευτος è da prendere nel senso dell’ἀμαθία di p. 229 C: vedi ivi la nota.