Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/232

Da Wikisource.

Il sofista. 221 Teet. Questo appunto. Fok. Una contrapposizione di essere contro ILjgje come si vede, si riduce ad essere il non bello- Teet. Benissimo. Fok Che dunque? Secondo questo ragionamento forse che il bello ha più dell’essete, e ^eno il non bello? Teet Punto. For. Del pari dunque s'ha da dire che sono 0 i| non grande quanto il grande stesso ? Teet Del pari. Fok. Dunque anche il non giusto si deve ammettere allo stesso modo del giusto, in quanto l’uno non ì’ punto più dell'altro? Teet. Perchè no? Fok. E così diremo delle altre cose, posciachè la natura del diverso apparve essere tra le cose che sono: essendo quella, è necessario ammettere che anche le parti di essa siano, non mono di qualsiasi altra cosa. Teet E come no? For. Dunque, come si vede, la contrapposi- fnnur tirai tò /<ì, xaAdv; Riassume le due constatazioni fatte or ora, che la scienza è una e le scienze ciascuna un/i/po; àtpoQiaftév di essa, e che il non hello è un ihvtrso rispetto alla natura del bello ; solo le generalizza. Congiungi àAAn ti àipopio&tv e àUo ti ivòg yévovg. Innanzi tutto ciò che importava notare era che il non essere è iJ, e un fi in sè ben definito, &<poQta&év, un il pertinente all’essere Iti tStv Xvttav), e in secondo luogo die v di'titi&h' tryiig n. 222 // so