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Analisi. 39

voglie sono le vesti, e l’arte di farle si può chiamare arte sartòria; la testòria poi per quella parte di essa che si riferisce alla confezione delle vesti non ne differisce che nel nome, come l’arte regia dalla politica (p. 280 A).

Ora per determinar bene che cosa sia veramente quest’arte testoria, com’è stata distinta dalle arti sue congeneri, così bisogna distinguerla dalle collaboratrici. E come dalle congeneri si distinguesse, lo si torna per maggior chiarimento a dimostrare, cominciando dalle ultime partizioni e procedendo in senso inverso a quel di prima (p. 280 E): quindi si passa a eliminar le collaboratrici. Fra queste anzi tutto prima del tessere viene il cardare, che è il suo opposto, in quanto cardare è dividere, e tessere è unire: poi in servigio delle vesti sono ancora l’arte fullonica e quella del rammendare, come pure sue collaboratrici possono dirsi anche quelle che le fabbricano gli strumenti. Ebbene, dire che l’arte testoria e la più bella e la più importante delle arti che si riferiscono alle vesti (cfr. p. 276 B e 279 A) non basta, bisogna determinar come e perchè (p. 281 D); bisogna anche rispetto alle collaboratrici procedere sistematicamente e distinguere le arti che sono concausa della produzione e quelle che ne sono proprio la causa. Concause sono quelle che preparano gli strumenti senza i quali le arti-cause non potrebbero produr nulla. Cause proprie della confezione della veste restano quindi quelle altre che si denotano in generale coi nomi di fullonica e di lanificio, sotto la qual ultima si comprende anche la testoria. Ebbene tutte queste arti cadono sotto la divisione generale, cui abbiamo già accennato, di arti che congiungono e arti che separano. Lasciamo stare il cardare e le altre arti che separano, e nel lanificio cerchiamo invece l’arte che congiunge: dovremo dividerla in torcere e intrecciare. Ma il torcere è di due specie, a seconda che dalla lana in fiocchi se ne trae un filo forte e saldo per l’ordito, o uno più lento per la trama. Ora dall’intreccio della trama con l’ordito si compone la tela e l’arte che la compone si chiama testoria (p. 283 A).