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Pagina:Il Trentino.djvu/67

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52 il trentino.


e di pini, dove nacque Giovanni Prati. Nell’ultimo tratto il Sarca attraversa maestoso una conca fiorita di una lussureggiante vegetazione — che i tedeschi chiamano la valle del Lago — per gettarsi nel marino Benaco presso a Torbole, dove il Goethe ricordando il verso delle Georgiche:

davanti all’azzurra distesa del lago per la prima volta sentiva di trovar vivo e palpitante di pensiero un verso latino.

I monti a S. della vai di Ledro sono costituiti quasi esclusivamente da dolomia principale, alla quale seguono per tratti di poca estensione i calcari del gruppo retico.

A N". della valle la dolomia è visibile solo ai lati W., S. e N. della massa montuosa, il cui centro è formato dai calcari della formazione ginrese (calcari grigi del lias, calcare oolitico e ammonitico rosso) con. lembi di terreni cretacei (biancone e scaglia). Il terziario (calcare nammolitico) si estende sul pianoro fra Cornano, Campo e Cavrasto, coperto per la massima parte, come nella valle di Non, dai depositi dell’epoca quaternaria (terreno morenico).

Proporzionalmente alla superficie (Kmq. 909.65) e allo sviluppo periferico (Km. 150) appaiono molto modesti il volume (Kmc. 832.586) e la media altezza del gruppo (m. 927).

II gruppo presenta delle pareti ripidissime verso il lago dì Garda e da questo dipende l’esiguità dei piani racchiusi dalle isoipse di cento in cento metri lino all’altezza di 500 m. Tali piani vanno poi allargandosi fino ai 1200 metri e si restringono quindi nuovamente finché sopra ai 2000 m. non si hanno che circa 3 Kmq. di superficie.