Pagina:Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu/145

Da Wikisource.

DEL FRANCO. 137

CXXXIX.


Vale alle donne appunto un mondo d’oro
     Quel lor marchese, che se sverginate
     Sono da prima, e poi son maritate
     4La prima notte le ne fa ristoro;
E poi trovandosi esse in concistoro
     D’innamorati, s’hanno volontate
     Che lor siano le chiappe stuzzicate,
     8Trovano scusa ch’hanno il tempo loro.
Dunque hanno il torto, nè io potría scusarle
     Tanto quanto potria con ragion vera
     11La loro ingratitudine, accusarle.
Perocchè non dovríano in tal maniera
     Quando il marchese degna visitarle,
     14Cangiarsi in vista, e fargli brutta cera.


CXL.


Pelate i pettignoni a vostra posta,
     Donne, che tutto ’l tempo vi giocate,
     E quanto il pelatojo più adoprate,
     4Manco al radere vostro si da sosta.
Meglio sarebbe il far almanco arrosta
     Cotesta coticaccia che pelate,
     Che così nettereste l’imboscate,
     8E la tana fareste più disposta.
Perchè se ci metteste a lavorare
     Più ferri che non mise il campo a Troja
     11Effetto buono non potrebbon fare.
E son sì fatte queste vostre cuoja,
     Che quanto più si veggono invecchiare,
     14Più vengono ad avere e peli e foja.