Pagina:Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu/20

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12 IL VENDEMMIATORE

XXVII.


    Fean palese a lor voglia uomini e donne
Quel, che secreto appena or si conclude:
Non eran veli ancor, non eran gonne,
212Onde il bel corpo, e l’aureo crin si chiude:
Il fianco, come il volto, e le colonne
Del bel giardin d’amor si vedean nude:
Non si temean le frodi, nè gl’inganni,
216Ch’or giaccion sotto tele e sotto panni.

XXVIII.


    Oh quanto un’uom, com’io, saría beato,
E voi, donne, in amor forse più ferme,
Se a me fosse dal tempo, e da voi dato,
220Vedervi io nude, e voi nudo vederme!
Che tal par uom gagliardo, e bene armato,
Che poi si trova debile ed inerme:
Tal donna bianca rosa e molle sembra,
224Ch’ha d’olivo il color, d’elce le membra.

XXIX.


    Se quel tempo sì lieto, e sì felice
Non può da voi nel mondo rivocarse,
A questo ch’è sì tristo e sì infelice
228Cerchi ogni saggia, quanto può, sottrarse.
Del ben che toglier qualche volta lice,
Non siate sempre a voi medesme scarse:
Togliete, o donne, il ben ch’è sì fugace,
232E sopra ogni altro a voi diletta e piace.