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Anno IX. Sabato, 26 Febbraio 1910. Num. 9.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —L. Vitali. Onorate l’Arco della Pace — A. M. C. Al Canadà — Andrea Hofer — Angelo Maria Cornelio. L’attrattiva del Giappone
Beneficenza. —Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi — Pensione Famiglia per Impiegate.
Religione. —Vangelo della terza domenica di Quaresima — Angela Strambio Cicognara.
Società Amici del bene. —Pei Missionari Italiani — Miscellaneide — Certificati dell’Unione Cooperativa — Pei carcerati — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Educazione ed Istruzione


ONORATE L’ARCO DELLA PACE

Nei passati giorni, sui giornali cittadini, si è risollevata la questione del Parco.

Per quale occasione?

Pel bisogno di estirpare la teppa, che compie troppo spesso le sue gesta, nei viali lunghi e tortuosi del Parco, non sufficentemente sorvegliati, e poco frequentati dal pubblico, appunto perchè poco sorvegliati.

E il rimedio?

Il rimedio venne suggerito dall’ing. Brioschi. Egli propose la costruzione di villini sul lato sinistro del Parco, verso la stazione del Nord, e precisamente sull’area ora occupata da un lungo viale, incassato fra alte pareti, luogo ombreggiato e romantico, specialmente preferito dalle balie coi bambini, perchè meno esposto alle sorprese delle carozze, degli automobili, delle biciclette.

I villini, colle persone che verrebbero ad abitarli, creerebbero quel movimento di va e vieni, che torrebbe l’isolamento, e quindi il pericolo delle sorprese, delle facili aggressioni, o dei turpi convegni. Potrebbe essere attivato sulla fronte dei villini un viale colla corsa dei trams, che unirebbe piazza Castello coi quartieri fuori di porta Sempione, con risparmio di cinquecento metri di spazio, tra quei popolosi quartieri e il centro della città.

Questo progetto rappresenterebbe poi un ottimo affare pel Comune. La vendita dell’area sulla quale
sorgerebbero i villini, col preventivo di L. 150 al metro, frutterebbe al Comune tre o quattro milioni.

Alla proposta dell’ing. Brioschi sorse aperto contradditore il sig. Luigi Bertarelli. Il suo argomento principale è questo. Si deplora tanto in Milano la mancanza di verde, si classifica Milano in tale rapporto come una delle più sgraziate fra le grandi città, e si vorrà portarle via, o almeno scemarle, anche quel poco di verde che ha? Poi, una cerchia di villini, sul lato Sud del Parco, chiuderebbe da quella parte la visuale dell’orizzonte; sarebbe una specie di muro.

Interpellato a dire il proprio parere, entrò terzo nell’arringo l’architetto Broggi. A lui non parve interamente da rifiutarsi la proposta dell’ing. Brioschi. Il vantaggio del Comune per la vendita delle aree è incontestabile. Non è detto poi che costruendosi dei villini, si debba costruire una linea continuata di fabbricati, da formare quasi un muro. I villini si costruirebbero a intervalli, con opportuni intermezzi di verde. Sarebbe rimossa quindi da quella parte la ostruzione temuta dal signor Luigi Bertarelli.

Apparve quarto il più interessato e il più competente a intervenire, l’ideatore e il costruttore del Parco, l’illustre architetto Emilio Alemagna. Egli che prima di eseguirlo ha studiato a lungo il suo progetto, e fu mosso da ragioni ben vedute e calcolate sullo scopo da raggiungere, cioè quello di creare un ambiente comodo per il pubblico, è apertamente contrario alla proposta dell’ingegnere Brioschi. Il viale sprofondato verso il lato Sud fu appunto costruito per creare un ambiente notevolmente ombreggiato nelle calde ore dopo il mezzogiorno, intento non possibile a raggiungersi in altro modo nella restante area del Parco. Poi, l’area del Parco, per quanto grande, è relativamente troppo piccola al bisogno, specialmente se si richiamino le aree immensamente più vaste dei Parchi che si ammirano nelle grandi città. Impiccolire ciò che è già piccolo, sarebbe un distruggere ciò che si è voluto creare.

Dunque niente vendita di area da parte del Municipio, niente costruzione di villini.

In mezzo al dibattito è lecito anche a noi dire il nostro parere?

Dopo il voto degli ingegneri, il voto del popolo, del quale mi considero una particella; dopo il voto della