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Anno IX. Sabato, 19 Marzo 1910. Num. 12.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. — Premio alla costanza ed alla fedeltà — Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi — Pensione famiglia per impiegate — Opera Pia Catena.
Religione. — Vangelo della domenica detta delle Palme.
Educazione ed Istruzione. — Sac. Adalberto Catena. San Carlo e il secolo XVI — Le Esposizioni di Torino e Roma nel 1911 e il Brasile — Angelo Maria Cornelio. Il comm. Giuseppe Candiani.
Società Amici del bene. — Caso doloroso — Francobolli usati.
Notiziario. — Necrologio settimanale — Diario.

Beneficenza


PREMIO ALLA COSTANZA ED ALLA FEDELTÀ

La Francia ha il premio Montoyon per ogni atto di virtù; Milano ha anch’essa il suo premio, per una virtù sola. Ma è virtù assai importante; importante sempre, ma più importante nel momento in cui i sentimenti nobili e gentili tra padroni e servi, tra servi e padroni, sono divenuti oltremodo rari. La lotta di classe anche là dove non arriva a scindere col fatto, influisce di riverbero a rallentare, a intiepidire i sentimenti di famiglia. Benedette le istituzioni che si oppongono al dilatarsi del male fatale! Il premio dato alle persone di servizio, state lungamente in una casa, è appunto il premio della istituzione Predabissi.

Una cerimonia modesta e semplice, come semplici e modeste erano le persone festeggiate, si svolse nel pomeriggio di lunedì, 7 corrente, nell’antisala consigliare.

Attorno al tavolo presidenziale siedevano il dott. Giani, l’assessore avv. Mojana, il Preposto di Santo Stefano ed il cav. Brugnatelli. Presso il tavolo presidenziale un gruppetto di domestici avanti negli anni e lindi negli abiti.

Visi sereni e tranquilli, atteggiamenti modesti, umili quasi, occhi buoni e dolci, che si volgevano attorno con timida curiosità e si affissavano nel fondo della sala, dove stavano sedute le padrone, le signore, che avevano voluto assistere alle premiazioni di coloro che per tanti
e tanti anni avevano posto al loro servizio le più grandi virtù del loro cuore, la forza delle loro braccia. Poveri e cari vecchietti, che si erano radunati in quella sala (in cui spirava la serena aria famigliare tessuta di bontà, di conforto, di compatimento) per sentire dopo tanti anni di umile lavoro, di sagrifici ignorati, riconosciuto pubblicamente i meriti acquisiti, i sagrifici compiuti.

Furono dieci i veterani del servizio, del lavoro, che riscossero un premio ed un applauso. E di questi umili vogliamo registrare qui il nome ed i meriti.

Al Premio Predabissi, per il 1909, i concorrenti furono 63 in totale; 12 uomini e 51 donne. Molti i chiamati pochi gli eletti, e questo per necessità finanziarie. La Commissione esaminatrice dei titoli dei concorrenti dovette procedere ad una cernita e risultarono degni di premio Paolo Bollini, Giuseppe Mambretti, Giovanni Vanetti, Carolina Alcajni, Anna Maria Cazzaniga, Luisa Priotto, Angela Caterina Gagni, Teresa Allievi, Rosa Della Vedova, Adelaide Broggi.

Ed ecco Paolo Bollini, un vecchietto tranquillo, sorridente. Se ne sta seduto sulla sua sedia, immobile, e colla testa modestamente reclinata sul petto ascolta l’elogio che di lui fa il relatore della Commissione dott. Giani. Ventitreenne — ossia nel 1873 — prese servizio in casa Vitali, allora composta di otto persone ed ora ridotta a tre: l’industriale signor Sigismondo, il nostro amico mons. Luigi, il benemerito Rettore dell’Istituto dei Ciechi e una loro sorella. Trentasette anni di non interrotti e fedeli e zelanti servizi in una stessa famiglia valsero al buon Paolo perchè gli venisse assegnato un premio di 300 lire. E ricordiamo anche, a suo onore, ch’egli aiutò sempre i suoi famigliari bisognosi.

Compensato con un premio di L. 300 fu anche Giuseppe Mambretti, che da 37 anni serve in casa D’Adda Salvaterra. Ma il premiato ha un altro servizio a suo attivo e ricompensato con una medaglia: il servizio prestato alla Patria come partecipante alle campagne del 66. Il Mambretti è di una onestà esemplare e di condotta morale e fedeltà ineceppibili, ed ha parenti poveri che soccorre come può.

Un infelice vecchietto è Giovanni Vanetti: egli conta