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Anno IX. Sabato, 18 Giugno 1910. Num. 25.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —P. C. Silvestri. Un viaggio botanico sui monti di Kai-Chan — a. l. m. Il famoso liquore sfuggito di mano ai liquidatori della Gran Certosa — Francesco Macry Correale. Preludio.
Religione. —Vangelo della domenica quinta dopo Pentecoste — Herbert Thurston. L’Eucaristia e la Consacrazione degli Altari — Offerte per l’Opera Pia Catena — Casa famiglia per impiegate — A. M. C. Il conte Piero Gori — E. V. Nel trigesimo della morte di Giuseppina Boselli ved. Pedrotti.
Società Amici del bene. —Il grido di un cuore pietoso — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Bibliografia — Diario.

Educazione ed Istruzione


Un viaggio botanico

sui monti di Kai-Chan

Agosto-Settembre 1909.


Si tratta di cose... cinesi! Alle 10 e qualche minuto siamo sull’ultimo picco, il Kao-ya «dente alto» (1430 m.), dopo il quale restano ancora due chilometri di salita per arrivare sulla punta dell’Eul-fen-tin. Approfittiamo di una ventina di grappoli di uva che ci dà gratis una vite silvestre per mangiare un’altro po’ di pane, e poi in marcia di nuovo finchè... non si piglia a rotta di collo giù per un burrone tanto per arrivare presto a casa.

Chi ci ha vinti non è stato lo spavento di qualche animale feroce e neppure la stanchezza o la fame, è stato semplicemente un grosso nuvolone nero apparso al di là del monte che parve dirci minaccioso: ragazzi! a gambe, se no vi inzuppo ben bene.

Il Briareo sfidatore del diluvio ha vinto un’altra volta. Però io non credo di andare errato di molto segnando sulla carta la sua cima in 1700 m., e come tale Lei può considerarla per i suoi criteri botanici senza nessun inconveniente. Oramai ho l’occhio assai abituato a prendere le distanze, e d’altronde, se non eravamo ancora sulla cuticagna eravamo però già sulle spalle del mostro gigante (1610 m.) quando i primi goccioloni ci consigliarono a fare dietro front.

12 Settembre. — E’ giorno di domenica. I miei uomini si preparano per il ritorno e io approfitto del
tempo libero per darle un’idea generale della cultura, industria e vita di questa buona gente di montagna. Per non tediarla guarderò di essere discreto.

Tanto qui come nelle montagne del Kutceng e del Win-zang-fu noi troviamo un’unica classe: la classe agricola. L’agricoltore, poi, a tempo avanzato, sarà artista, industriale, farà un po’ di commercio; ma il fondo resta sempre il podere. Essendo, poi, la popolazione molto scarsa e moltissime le terre, chi abbia voglia di lavorare e non sia dominato dai vizi dell’oppio e del gioco, che pure quassù fanno le loro vittime, è sicuro di non morire di fame e potrà anzi mettere ogni anno da parte qualcosa e formarsi con certezza una posizione agiata. La vita qui costa poco o nulla, e la spesa annua del vestire e del mangiare una persona industriosa può coprirla benissimo coi tanti piccoli incerti che offre la vita di montagna, come la pesca, la raccolta dei funghi, la caccia al cinghiale, al fagiano ecc. Ciò non ostante i poveri sono anche qui, sebbene meno numerosi e meno.... poveri di quelli delle città, perchè anche qui non manca a chi, più che il lavoro e l’economia, piace il comodo mestiere del non far nulla e del mangiar bene.

L’industrie di Kai-chan, di una certa importanza, sono la fabbrica della carta, la raccolta dei funghi, alcuni olii e le noci. Le prime due sono le più importanti e anche le più retributive.

Le cartiere sono ordinariamente lungo il corso dei fiumi e dei torrenti per potersi servire della forza della corrente nel pestare e nel macerare la materia prima, che può essere tanto la canna del bambù come la corteccia dell’albero Keon (morus papyrifera). Il modo di fare la carta in Cina e semplicissimo, e credo che sia lo stesso di quello con cui la fece per la prima volta il suo inventore!

Con un capitale di 100 lire uno si può aprire una cartiera che gli renderà da vivere agiatamente se saprà fare bene i suoi interessi. Io sebbene abbia visitato più d’una di queste officine ed abbia veduto ripetutamente

il processo con cui si fa la carta, pure non ho fatto ancora su questa industria uno studio speciale e perciò basti l’avere accennato la cosa, molto più che anche a lei non molto interessa, credo, conoscere vita, morte e miracoli di questa industria montanina. L’altra industria