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228 IL BUON CUORE


seccature; è così soddisfacente non parere volgari, separare la propria causa da certe altre, restringersi in una sfera tutta umana e arieggiare il più possibile gli spiriti emancipati da pastoie religiose, magari paganeggianti, circonfusi da tutta una gloria di bellezza classica che innamora....

***

La legge cristiana del perdono

Onda placida di luna dai baglior silenziosi,

come tenue argenteo velo sui monti e il pian ti posi.

Va la mente dubbia errando al fantastico splendore:
sorgon lievi al blando lume i fantasmi dell’amore,

i ricordi del passato, le speranze balde audaci,
i pensieri confidenti, aspri sdegni e dolci paci.

Ma nel lume intorno effuso ogni sogno va disperso
una lacrima perenne sol rimane nel mio verso.

È una lagrima di sangue per chi m’ha così ferito,
per chi il cuore mi ha ridotto come masso inaridito.

Blanda luna nel cui lume si confonde ogni mistero,
tu perdona al mal ch’han fatto a quest’animo sì altero.

Bianca luna nel cui lume si confondono le cose,
nel tuo argento sia disperso tutto il duol che mi corrose.

Sboccin rose su la terra l’indomani al novo sole:
sia nascosto il pianto mio tra le rose e le viole,

tra le rose e le viole che fiorisce il cimitero.

Bianca luna, nel tuo lume tu confondi ogni mistero.

Siderno, 1897.

Francesco Macry Correale.

NB. — Dai Canti dell’adolescenza di prossima pubblicazione, seconda edizione.

Religione


Vangelo della domenica nona dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

In quel tempo, mentre intorno a Gesù si affollavano le turbe per udire la parola di Dio, egli se ne stava presso il lago di Genezaret. E vide due barche ferme a riva del lago: e ne erano usciti i pescatori, e lavavano le reti. Ed entrato in una barca, che era quella di Simone, lo richiese di allontanarsi alquanto da terra. E stando a sedere, insegnava dalla barca alle turbe. E finito che ebbe di parlare, disse a Simone: Avanzati in alto, e gettate le vostre reti per la pesca. E Simone gli rispose, e disse: Maestro, essendoci noi affaticati per tutta la notte, non abbiamo preso nulla: nondimeno sulla tua parola getterò le reti. E fatto che ebber questo, raccolsero grande quantità di pesci: e si rompeva la loro rete. E fecero segno ai compagni, che erano in altra barca, che andassero ad aiutarli. Ed andarono, ed
empirono ambedue le barchette, di modo che quasi si affondavano. Veduto ciò, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: Partiti da ine, Signore, perchè io son uomo peccatore. Imperocchè ed egli, e quanti si trovavan con lui eran restati stupefatti dalla pesca che avevan fatta di pesci. E lo stesso era di Giacomo e di Giovanni figliuolo di Zebedeo, compagni di Simone. E Gesù disse a Simone: Non temere: da ora innanzi prenderai degli uomini. E tirate a riva le barche, abbandonata ogni cosa, lo seguirono.

S. LUCA, Cap. 5.


Pensieri.

«..... intorno a lui s’affollava la gente per udir la parola di Dio...».

Io non so staccare il mio pensiero da Gesù. che attraeva tante anime intorno a sè con il fascino della sua parola e medito, commosso, sulla sollecitudine, la premura con cui le anime s’assiepavano intorno al maestro divino.... Esulto, sentendo Gesù vivo oggi, come ieri, come domani, vivo fra noi con il suo spirito per rispondere al bisogno delle anime anelanti all’eterno.... Quante ce ne sono di queste anime che, sulla terra, vivon come straniere, sospirando la patria e che unico conforto, unico sollievo nel loro pellegrinaggio terreno, trovano nella parola degli uomini del Signore!

Esse son vigili nell’attesa, e quando l’uomo divino compare accorrono come i cervi alla sorgente; si riaprono come i fiori chini e chiusi per il freddo notturno, si spiegano ai tepidi raggi del sole....

Non tutte le ore sono quelle della letizia: ora la grazia viene a noi quale fiume maestoso, ora come uno sgocciolio tra rupe e rupe....

E le anime ora se ne abbeverano; ora la invocano, raccogliendo le stille sparse come per miracolo, sul terreno arido e riarso....

Che convito di grazia, quando apparve Gesù!

E come quella festa si rinnovella ogni volta che un santo vien sulla terra!....

Che cosa predicava Gesù?

Che diceva di inusitato, di nuovo, di consolante per farsi ascoltare, per farsi seguire dalle turbe?

Egli annunziava il Regno di Dio: la pace nella povertà; la beatitudine nel dolore. Gesù diceva l’esperienza sua personale e la sua parola vissuta faceva vivere le anime!

Noi, tutti quanti fra noi, lavoriamo per l’educazione morale e spirituale dei fratelli, convinciamoci che a nulla riusciremo, che non muteremo un’anima, se non parleremo una parola nostra, intimamente e profondamente nostra, frutto della nostra esperienza, anima e vita dell’anima e della vita nostra!

Le belle parole e i ragionamenti non valgono a nulla senza questo foco interiore! È necessario che il nostro spirito sia tutto ardore, che vibri, che frema; è necessario che la parola non sia involucro che chiuda il vuoto, ma espressione nella quale il pensiero trova un mezzo di comunicarsi, sebbene non appieno, sebbene non esaurientemente.... Bisogna sentirci nell’incapacità di dire, e dopo aver detto tutto e non saper dir di più, trovarci ancora ricolmi e nell’impotenza di ridare l’in-