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Pagina:Il buon cuore - Anno X, n. 20 - 13 maggio 1911.pdf/2

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154 IL BUON CUORE


Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali poi bambini ciechi



OBLAZIONI.

Signora Maria Baroncini Tavazza, per un letto che in onore della sorella porti la scritta, Drusilla Tavazza, 10 marzo 1910, offre |||
 L. 100 —




Per la festa delle ova di Pasqua


Offerte in ova ed in oggetti.

Offelleria Cova, n. 24 ova di cioccolato, con sacchetto di cioccolatini.

DALL’ERITREA

Monsignor Camillo Carrara, con suo biglietto dall’Asmara, manifesta il desiderio che venga pubblicato nel Buon Cuore l’articolo seguente, e il soddisfare il suo desiderio è per noi a un tempo onore e piacere.


TRA ROSE E SPINE!....

Mons. Camillo Carrara, Vicario Apostolico dell’Eritrea, ebbe nel suo ingresso in Asmara consolazioni dolcissime per parte della Autorità Civile e di tutto il popolo: ma la consolazione più cara e sentita al suo cuore di Vescovo, gli fu data nei giorni della Settimana Santa, quando si vide dinanzi una fitta schiera di bambini che chiedevano per la prima volta il pane degli Angeli e quando potè conferire il battesimo a due adulti convertiti di fresco al cattolicismo. Alle 7 ant. del Giovedì Santo, il Vescovo indossati tutti i preziosi ornamenti pontificali fra una corona di Sacerdoti, dà principio alla Santa Messa accompagnata da voci argentine che si diffondono soavemente nella chiesetta adorna di fiori e avvolta da bianche nuvole d’incenso. I fanciulli sono trenta e trenta son pure le ragazze: hanno gli occhi sereni, l’ingenua soavità nel viso, le manine dolcemente incrociate sul petto, mentre il cuore ancor vergine batte concitato per l’esuberante gioia....

S’avvicina il momento di ricevere, sotto l’ombra dei pani mutati, il Corpo ed il Sangue di N. S. G. C. Il Vescovo rivolge ai teneri bimbi parole di affetto e depone su quelle labbra immacolate l’Agnello di Dio che è pegno di eterna vita.

Silenzio profondo.... lagrime di tenerezza.... visioni di Paradiso....

Io faccio qui una riflessione consolante. Poco tempo fa, queste piccole creature giacevano abbandonate o nei miseri tucul (capanne di fango e di paglia) o sulla pubblica strada, coperte di un lurido cencio, senza il sorriso della madre, prive di cibo e di istruzione. Poveri ed esili steli esposti al vento, alla pioggia ed al sole, sarebbero ben presto inariditi, o se cresciuti non avrebbero portato alcun fiore di virtù....

Oggi invece per l’opera benefica e santamente cristiana dei PP. Cappuccini e delle Suore di Sant’Anna, questi piccoli derelitti hanno trovato casa; lavoro ed educazione. Nella chiesetta monda, io li vedo biancovestiti, sorridenti, ricolmi dei carismi e penso alla grande consolazione del Vescovo che inizia il suo ministero di pace, confortato dalle preci di questi angioletti terreni....

Nell’azzurro del cielo si profila appena la bianca aurora e già le Suore ed i fanciulli dell’istituto sono tutti in moto per disporre quanto dovrà servire per le cerimonie del Sabato Santo. Grande il concorso del popolo, simpatiche e commoventi le funzioni sacre celebrate qui la prima volta dal Vescovo: ma quello che riempì il cuore di tutti ad una grande spirituale letizia, fu il battesimo solenne di due giovani ricoverati nella casa della Missione e istruiti pazientemente dalle buone Suore. Uno di questi giovani si chiama Vito ed è figlio di un ebreo egiziano stabilitosi all’Asmara. Povero ragazzo! Suo padre invaghitosi di una ricca israelita, ripudiò la moglie con la quale era vissuto per ben 25 anni e non volle più riconoscere i propri figli, sicché l’infelice Vito fu costretto di ricorrere alla pubblica beneficenza. Accolto dai Missionari, apprese tosto l’arte del falegname dando in pari tempo saggi di tanta bontà, da meritarsi la speciale benevolenza degli istitutori e dei compagni. L’altro ragazzo ha nome Johannes ed apparteneva alla setta degli eretici Cofti. Visse per alcuni anni colla madre, intento alla pastorizia: raccomandato poi ai Missionari da S. E. il Governatore, venne accolto ed istruito nella nostra Santa Religione. Il giorno del loro battesimo fu una festa di famiglia, e rimarrà scritto a caratteri d’oro negli annali dell’Apostolato Cattolico. O quanti di questi giovani cresciuti all’ombra malefica dell’eresia e sospinti per la china del vizio, diverrebbero ottimi cattolici e integerrimi cittadini se potessero trovare dolce ricovero nella casa della Missione. Anche pochi giorni fa, altri due giovani eretici venuti da lontani paesi avevano chiesto ospitalità ai padri Missionari, insistendo con gemiti e lagrime per essere ricevuti. Essi narravano col singulto alla gola che molte sevizie avevano patito e che se fossero tornati alle loro case, i parenti li avrebbero brutalmente percossi.... Come non sentirsi spezzare il cuore alla vista di quei corpi sucidi, scheletriti da un lungo digiuno e destinati ad essere bersaglio dell’umana crudeltà?... Eppure coll’anima invasa da profonda tristezza abbiamo dovuto chiudere la porta a questi due infelici (e non a questi soli....) perchè l’istituto deve provvedere ogni giorno a un centinaio di bambini e non può far fronte ai bisogni più urgenti per le strettezze finanziarie in cui si trova. Ecco le spine del povero Vescovo!....

Per questo io rivolgo in particolar modo alle signore italiane una preghiera e le esorto in nome della Religione e della Patria a ricordarsi della nostra Colonia Eritrea. Voi, o gentili lettrici, che avete innato il sentimento del bene ed il cuore sempre aperto a tutte le manifestazioni della dolcezza, fatevi madri amorose di tanti bimbi abbandonati. Circondate col profumo della carità cristiana le culle silenziose, date al povero Mis-