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Anno X. Sabato, 1.º Luglio 1911. Num. 27.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —Fanciullezza abbandonata — Offerte per l’Opera pia Catena — Casa di riposo pei ciechi vecchi.
Educazione ed Istruzione. —Notizie rosminiane — La principessa Clotilde — Pagliuzze d’oro.
Religione. —Vangelo della quarta domenica dopo Pentecoste.
Società Amici del bene. —Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario ecclesiastico.

Beneficenza


FANCIULLEZZA ABBANDONATA

Giovedì, 15 giugno, alle ore 14, nella Casa di Deposito della Fanciullezza Abbandonata in Via Nino Bixio, 14, aveva luogo una simpatica e commovente festa a cui presenziavano oltre al Consiglio Direttivo, al Comitato delle Patronesse, le autorità cittadine e molti invitati.

Notammo il Prefetto conte Panizzardi, il pro Sindaco conte Greppi, il Procuratore Generale comm. Nicora, il cav. Raimondi, Presidente del Tribunale, il Procuratore del Re, nob. cav. avv. Luigi Maggi, l’assessore comm. prof. Vittorio Ferrari, il conte Febo Borromeo, il comm. avv. Vittorio Bassi, il marchese Gioachimo D’Adda Salvaterra, il cav. dott. Gaetano Malacrida ed altre notabilità cittadine.

Si trattava di inaugurare alcuni nuovi locali in sopralzo della Casa, un vero modello del genere, che Milano deve al bravo ing. Enrico Beretta.

Il Presidente comm. Erminio Bozzotti fece da guida e da illustratore alla egregia comitiva e scoprì innanzi tutto la lapide che ricorda i benefattori del Pio Istituto. Poi in un’ampia sala addobbata per la circostanza, egli pronunciò il seguente discorso:

«Signore e Signori,
«Io porgo un vivissimo ringraziamento in nome del Consiglio dell’Associazione alle Autorità, alle nostre Patronesse, ai nostri Benefattori che hanno voluto
onorare colla loro presenza questa modesta cerimonia. Modesta è la cerimonia come modesto è l’istituto ove si compie; essa è però altamente significante. Dopo quattro anni soltanto di esercizio, questa Casa di immediato rifugio, aperta colla maggior larghezza e senza restrizioni di sorta a tutti i derelitti, si è dimostrata insufficiente ai crescenti bisogni.

«L’ampliamento della Casa di deposito che avviene dopo un breve periodo iniziale di funzionamento, dimostra che l’istituto rispondeva ad un bisogno grande e sentito e colmava una lacuna nel campo della Beneficenza milanese. L’Associazione pur consapevole dei sacrifici che l’ingrandimento del suo istituto imponeva alla Pia Opera, non esitò ad attuarlo dinanzi alla necessità assoluta di raddoppiare i suoi immediati ricoveri, dinanzi agli incitamenti delle Autorità, della cittadinanza che alla Casa di deposito ricorrono con crescente fiducia, per sottrarre senza indugi all’abbandono poveri esseri raminghi che nessun altro istituto potrebbe prontamente accogliere. Questo ampliamento ci consentirà di non arrestare il provvidenziale movimento dell’Associazione, di non paralizzarne l’azione colla forzata limitazione dei soccorsi.

«Sì. L’istituto è modesto nelle sue esteriorità come nel suo funzionamento e non ha l’aspetto del grande convitto che educa per anni ed anni i suoi protetti. Eppure al filantropo non può sfuggire la particolare bontà dell’opera che si compie in questo asilo di pace. Bisogna pensare che questi nostri fanciulli lindi, rispettosi e tranquilli, erano ieri i monelli, i vagabondi, gli accattoni della strada. Bisogna aver assistito all’arrivo di molti fra questi sventurati per sapere quanta dolcezza e quanta fermezza esercitino le nostre Suore, le nostre insegnanti per trasformarli, per frenare i pianti e le ribellioni, poi per indagare, interrogare e vincere gli ostinati silenzi. E questo compito non ha tregua, ma si rinnova di giorno in giorno collo spettacolo di sempre nuove e atroci miserie. 1100 fanciulli sono entrati nella Casa. E sommano a 340 i nostri protetti attualmente ricoverati a cura dell’Associazione in altri istituti o presso oneste famiglie.

«Volgendoci a riandare il cammino percorso, proviamo un profondo compiacimento per il lavoro fatto e per i risultati ottenuti. Ed è soddisfazione nostra che nasce dalla convinzione di aver aperto la via dell’onestà a tanti fanciulli cui fu matrigna la sorte. Purtroppo la piaga della fanciullezza abbandonata si inasprisce e si espande nelle grandi città, quasi in crudele contrasto