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236 IL BUON CUORE


non potrà arrivare che con difficoltà. I nostri connazionali, lontani dai centri di vita cittadina, una volta caduti ammalati, si troveranno costretti a trascurare la loro salute, mentre il proprietario, o chi lo ha assoldato, non muoverà in suo soccorso, poiché la legge non gli fa obbligo di provvedere all’assistenza sanitaria dei suoi dipendenti. Quindi la necessità che il nostro Governo, con trattative diplomatiche abilmente condotte, procuri ottenere dai Governi, segnatamente dell’Argentina e del Brasile, che sia compreso fra gli obblighi verso il lavoratore, nella stipulazione dei contratti di lavoro fra proprietari e coloni, o tra governo ed emigranti, quello della assistenza sanitaria. In Europa si parla dappertutto della necessità da parte dello Stato di provvedere alle pensioni operaie, giusta ricompensa all’operaio e al contadino vecchio o invalido; noi ci accontenteremo che il nostro emigrante all’estero, operaio o contadino che sia, trovi almeno, venendogli a mancare la salute per l’eccessiva fatica o per il clima micidiale, la possibilità di curarsi.

Questa possibilità deve essere garantita dall’obbligo degli industriali o dei proprietari di aiutare chi contribuisce a farli ricchi.

E. Bonardelli.

Religione


Vangelo della settima domenica dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

Uscendo il Signore Gesù co’ suoi discepoli da Gerico, andò dietro di lui una gran turba di popolo. Quand’ecco che due ciechi, i quali stavano a sedere lungo la strada, avendo udito dire che passava Gesù, alzaron la voce, dicendo: Signore, figliuolo di David, abbi pietà di noi. Ma il popolo li sgridava perché tacessero. Eglino però più forte gridavano, dicendo: Signore, figliuol di Davide, abbi pietà di noi. E Gesù soffermossi, e li chiamò e disse loro: che volete ch’io vi faccia? E Gesù mosso a compassione di essi, toccò i loro occhi: e subito videro e lo seguitarono.

S. MATTEO, cap. 20.


Pensieri.

«...Andò dietro a Lui una gran folla».

Una folla segue Gesù, parrebbe, ma è in realtà questo un segno di successo?

Gesù opera prodigi, ciò stimola il senso utilitario della massa e la sua curiosità: non pensa essa che son miracoli di fede quelli che Gesù ottiene, miracoli ai quali si arriva per profonde ed intense disposizioni interiori, essa vede solo le membra rattrappite che ridivengono agili, le lingue mute che si snodano e segue il nuovo taumaturgo benefattore. Chi può sapere gli elementi formanti la folla che si assiepa intorno ad ognuno che si impone con la propria superiorità a un popolo, a una società?
Ci sono gli assetati di bene e di vero, ma anche quelli avidi di vantaggi di qualsiasi genere; ci sono i curiosi; quelli trascinati dalla corrente, ci sono gli invidiosi, i maligni, che spiano frementi, il modo e il momento di rovinare una grandezza che li minaccia.

Oh, la folla ora plaudente ed ora urlante; oggi prona e domani ribelle; oggi entusiasta e domani indifferente, apata, immemore!...

Chi li sceme, nella turba, i pochi davvero compresi, davvero tocchi della sovranità dell’uomo che opera o parla?

I veri discepoli che abbracciano in un solo affetto il rivelatore e la verità rivelata?

Essi son pochi e non fanno del chiasso nè nell’ora del trionfo nè in quella della lapidazione: essi nascondono quasi con pudore e il divino entusiasmo e il profondo dolore. Le cose migliori però non traversano i secoli per le folle, mutabili come frondi sospinte dal vento, ma per i pochi che se non gridano i sentimenti loro li custodiscono nel loro cuore.

Ogni grande, ogni apóstolo, certo anche Gesù, a questi pochi pensava con tenerezza e con fremito ardente, mentre la turba lo stringeva e lo incalzava....

Poche sono le anime chiamate a vita spirituale eccelsa: i più giaciono più o meno avvolti dalle realtà visibili e sensibili ed è ricordando questa loro debolezza, tenendone calcolo, che pure ad essi si può far rilucere ed avvivare la fiamma interiore.

Ed ecco Gesù, che non isdegna sollevare le miserie terrene, che accetta la fiducia nella sua virtù sanatrice dei corpi per risvegliare quella nella sua efficacia spirituale.

Che esempio in questo contegno del Maestro per tutti quelli che s’adoprano in pro’ dei bisognosi!

Non sdegni la carità, per essere cristiana, le preoccupazioni che posson parere volgari o troppo terrene, e non dimentichi, nel procacciar pane e vesti e casa a chi chiede d’aprire uno spiraglio verso idealità più alte, verso realtà più degne.

Con il cuore in alto bisogna soccorrere alla miseria dei corpi e da questa cura corporea far punto di partenza per santa ascensione a soccorso spirituale e divino.

I ciechi guariti seguono Gesù.

Adesso portiamo più dentro di noi la nostra meditazione. La riconoscenza ai benefici ricevuti si manifesta con le opere. Noi non ignoriamo i prodigi di grazia che Dio ci ha largito: risponde ad essi la nostra vita?

Purtroppo no! La verità, la carità, la luce divina piovono su di noi... e guardiamo che scandalo danno le nostre famiglie, le nostre società, che si dicono, che si professano cristiane!

Oh, no, noi non siamo discepoli di Gesù? Tutti noi dobbiamo umiliarci davanti ai due mendichi di Galilea, che appena veduto il Maestro lo seguono!...