Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
IL BUON CUORE | 269 |
- Ma un rio cui poca è l’onda e poco il letto,
- dai torrenti che allor corser di sangue,
- ebbe il suo nome, e il Sanguineto accenna
- il loco ove sgorgò da le secate
- vene, la terra ad inondar, quel caldo
- fiume che rosse fea l’acque dolenti.
E finalmente un’altra curiosità filologica ci si offre in alcuni vocaboli di origine punica coi quali una tribù nomade il cui idioma era il Barlogair-na-saor, soffermata sulle rive del Trasimeno, non più oltre di pochi secoli fa, chiamò e distinse i luoghi del suo momentaneo stanziamento.
Il fatto dunque di adottare forzatamente espressioni straniere, così comune in Italia, non è che il frutto e la conseguenza di eventualità storiche. Il dominatore si impone al dominato con ogni forma di superiorità: talvolta importa usi e costumanze proprie: talvolta introduce e incoraggia nuove religioni: spessissimo, e il caso è il più comune, lascia delle parole a segnare e a ricordare il suo passaggio. Quest’ultimo fatto, però, se deve chiamarsi storico nelle cause che lo hanno determinato, non può dirsi altrettanto nelle conseguenze che da queste cause son derivate. Stando a contatto di stranieri, anche oggi si verifica lo stesso fatto di secoli passati, si apprendono delle parole dei loro idiomi, si ripetono e si usano: così abbiamo dei nostri connazionali emigrati a Marsiglia i quali parlano e scrivono una lingua tutta loro speciale, infarcita di parole francesi a desinenze italiane e di parole italiane a desinenze francesi.
È questo un fatto puramente naturale che solo una volta, fra tanti secoli, ha acquistato le proporzioni di un vero e proprio fatto storico. Quando cioè le aquile romane, aperto il volo su tutto il mondo conosciuto, portavano col trionfo delle armi il trionfo di un idioma e di una civiltà: civiltà che ha informato e informa di sè quasi tutta la moderna vita; idioma che ha creato e alimentato l’armonia e la grazia, la dolcezza e la forza, il colorito e il profumo del grande gruppo glorioso delle lingue neo-latine.
Alessandro Picelier.
ECHI E LETTURE
La regina di Spagna ha voluto assistere alla solenne Messa d’adorazione all’Escorial, una delle cerimonie più belle del Congresso Eucaristico: fu cosa eminentemente suggestiva. All’entrata della Regina nel tempio, ricevuta dall’Alcade e dal Rettore, la folla rimase quasi meravigliata nel vedere la a inglese in mantiglia nera avanzarsi verso l’altar maggiore, fermarsi alla balaustra e prostrarsi non sull’inginocchiatoio preparato, ma sulla pietra nera: la Regina rimase col rosario in mano per oltre mezz’ora in quell’atteggiamento di preghiera: e quando dal coro una voce sacerdotale — di sacerdote inglese — incominciò la Corona, la Regina partecipò con tutti i pellegrini all’atto di fede collettiva: quindi ricevette la Santa Comunione. Dopo un’ora di medita. zione, uscì dal tempio, e come giunse al Patio de los Reyes la folla non potè più contenere l’entusiasmo e scoppiò in applausi clamorosi. La Regina, che era accompagnata dalla Principessa Luisa d’Orléans — narra il Momento — mentre la folla l’investiva col suo entusiasmo sonoro, piangeva: ci fu un momento in cui, le due auguste Dame, uscenti sull’esplanada de la Lonicon col priore degli Agostiniani, don Miguel Campos e col Conte d’Aybar, dovettero essere difese dall’impeto della moltitudine che voleva toccare colei che ha cinta la corona di Spagna e prega finalmente come una espanola! Le due signore Auguste col piccolo seguito uscirono dalla maggior porta del collegio fra una selva di bandiere e di vessilli popolari e operai, mentre garrivano al vento festanti i 500 stendardi dell’Adoracion notturna. Un vecchio basco si avvicinò e offerse alla Regina un fiore gridando: Los catolicos bascos deben defender a todo trance a Cristo e a Espana! Il vecchio basco gettò in aria il berretto, in segno d’entusiasmo: quando la Regina seppe che il popolano era quasi centenne e aveva assistito a tutti i lavori del Congresso con un fervore cristiano e civile rarissimo, lo richiamò a sè e volle baciarlo in fronte. Il popolano restituì il bacio paterno: uno per la Regina, uno per il Re, gli altri per i figli che son nati e che nasceranno. E si congedò col saluto cristiano della tradizione spagnuola più antica e più gloriosa. — Ave Maria purissima — disse il vecchio. — Sin pecado concebida — rispose pronta la Regina. — La folla che applaudiva pareva un oceano in tempesta.
⁂
Fa caldo: la società romana dei ventilatori a domicilio ha esaurito i medesimi. E li aspettiamo dall’estero. Ma adesso ci arriva una delle solite notizie refrigeranti che ci raffredderà anche gli entusiasmi per il ventilatore. Sì, fa caldo: ci sono i ventilatori, i quali vorrebbero essere utili nei locali dove c’è molta gente, per l’areazione dell’ambiente. Ma ecco gli esperimenti dei signori Sartory e Filassier, comunicati nel gennaio scorso alla Societa di biologia, che mostrano come i ventilatori non facciano che aumentare il numero dei bacteri nell’aria. In una camera d’osteria di cento metri cubi, prima di mettere in movimento il ventilatore