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IL BUON CUORE 279


ogni dì da un figlio che la piange sempre affannoso come se morta ieri, i cento e cento caldi baci dati e non restituiti, lei vivente....

Quanta verità, quanta naturalezza, quanta semplicità e quale bellezza artistica e morale rese magistralmente in mezzo a tutto quel candore di bianco marmo!

E non meno artistica la statua dell’Addolorata che campeggia sopra l’altare tutto una fioritura di ornati leggeri e delicati e istoriato con bassorilievi rappresentanti fatti del Nuovo Testamento.

La Vergine assisa, è rappresentata sola, raccolta in un sublime isolamento, come è istinto delle anime superiori dopo le più tragiche prove della loro vita. Lo sguardo è fisso al cielo dove sembra cercare un essere a Lei troppo caro, e tiene fra le mani e sulle ginocchia una corona di spine; forse l’unica cosa che potè contendere vittoriosamente a quel sepolcro che inghiottì tutto quanto avea di più caro sulla terra. E’ veramente la Desolata.

Ed è a Lei che la Cappella è dedicata, per una pietosa evoluzione che certo ha sua ragione di essere inParte centrale della Cappella. un prevalente senso gentile e cavalleresco per la Donna dei Dolori. I sepolcreti gentilizii erano dedicati di solito alla Santa Croce, all’Ecce Homo, alla Pietà, all’Uomo
dei dolori. Recentemente si amò preferire a Custode delle tombe la Donna e la Madre che nel suo doloreMonumento rappresentante la marchesa Maria d’Adda Isimbardi. fú più vicina a noi, più umana, ispiratrice di più confidente abbandono....

Ed ecco l’epigrafe:

a te vergine tuttasanta
simbolo celeste dell’umano dolore
il mio dilettissimo padre

GIOVANNI D’ADDA

rapitomi ahi! troppo presto da morte
il 5 agosto mdccclix
eresse un giorno questo monumento
vi depose le ceneri della cara mia madre
vi riposa anch’egli aspettando il comune risorgimento

vergine addolorata sostegno degli infelici
fa che la rimembranza di vita incontaminata
di quelle anime angeliche
mi sia guida nell’arduo sentiero del mondo

madre degli afflitti
fa che il mio dolore sia fecondo
di civili proponimenti e di generose azioni
onde il dono della vita
che solo d’essi a me infelicissimo rimane
sia degno della loro santa memoria.