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Anno XI. | Sabato, 24 Febbraio 1912. | Num. 8. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
L’opera di Assistenza degli operai italiani emigrati
Un discorso di Mons. BONOMELLI ed una conferenza di Mons. MONTI in Sant’Alessandro.
Monsignor Geremia Bonomelli.
La sua venuta assumeva una eccezionale importanza, perchè tendeva a suscitare interessamento ad una istituzione che ha già incontrato generali simpatie.
Un colloquio con mon. Bonomelli.
Abbiamo potuto interrogare il venerando Presule, che porta giovanilmente i suoi ottant’anni e si presenta con quella caratteristica bonomia che è l’espressione delle anime intelligenti, sincere e generose.
― Sempre pronto, monsignore ― domandiamo noi ― per i suoi emigranti?
― Sì, sempre, finchè avrò vita, perchè i centri della nostra emigrazione sono come grandi focolari accesi dovunque dalla patria nostra, e si tratta di focolari che, curati amorevolmente, possono produrre immensi beneficî, mentre trascurati potrebbero cagionare mali insanabili.
― Dunque ― insistevamo noi per conoscere l’intimo pensiero dell’esimio Prelato ― V. E. ritiene indispensabile e doverosa una costante vigilanza protezionista della emigrazione specialmente temporanea?― Certamente! L’emigrazione temporanea è quella che porta all’estero i pregi e i difetti degli italiani per ritornare poi in patria colle lezioni d’oltr’Alpe; è quell’elemento fluttuante che, per forza d’eventi e di circostanze, lascia il paese nativo per ritornarvi: è quindi un elemento sempre nostro, che ci può far onore o disonore e richiede le cure delle classi dirigenti. Guai se si abbandonasse a sè stesso!
― E sembra a V. E. che questa verità sia ora generalmente compresa?
― Molto più che nel passato. L’Italia, nazione ancor giovine, non è stata la prima a riconoscere la gravità del problema, ma poi non poteva abbandonare migliaia e migliaia de’ suoi figli a sè stessi e se ne è interessata, seguendo gli esempi delle nazioni sorelle; sicchè ora vediamo le autorità, i privati, la stampa onesta e tutte le persone d’ingegno e di cuore, portare il proprio contributo all’Opera di Assistenza degli emigranti, che tende ad alti obbiettivi intessuti di nobili amori, l’amore alla religione frenatrice delle passioni, l’amore alla patria, l’amore all’umanità sofferente, l’amore alla famiglia.
― E il sunto della sua conferenza d’oggi?
― Dio buono! È un argomento da me già messo