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110 IL BUON CUORE


Oggi il piccolo; drappello delle religiose fece una breve passeggiata lungo gli accampamenti militari, scortate dal fedele Alì. Quando giunsero agli accampamenti del 22° fucilieri, e passarono dinanzi alla sentinella, all’ingresso, suor Teresa, la madre superiora, si staccò dalle compagne, si appressò alla garetta, e sul piovente di zinco del piccolo tetto, depose un fascicoletto di preghiere e di immagini. E il piccolo, grande atto gentile, suor Maria Teresa compì sorridendo soavemente, senza rivolgere pure una parola alla sentinella estatica, poichè ella sapeva che il regolamento militare proibisce alla sentinella qualunque colloquio con gli estranei. Ma fu eloquente lo sguardo carezzevole della suora pia, ma fu eloquente il velo di commozione di cui si copersero le pupille della fiera sentinella immobile. Proseguirono le monache e giunsero nel piazzale dove suonava la musica, e si soffermarono tra la folla per niente intimorite, per niente imbarazzate, sorridendo ai soldati, mentre questi ricambiavano saluti e sorrisi. Varii ufficiali si appressarono a ossequiare le dame soavi della pietà, e con essi suora Maria Teresa scambiò cortesi parole.

Il cappuccio delle «balayeuses»


Una classe umile, modesta, poco nota, di paria femminili è venuta fuori dall’ombra che la nasconde alla folla e s’è affermata in una lettera aperta al Prefetto della Senna, una lettera collettiva che non si chiude con nessun lampo di minaccia, con nessuna lista di «rivendicazioni» ; ma con la richiesta di un indumento francescano: un cappuccio. Sissignori, le «balayeuses» municipali chiedono un cappuccio; un cappuccio che renda loro meno duro il lavoro, a cui sono costrette per tener pulita Parigi, e la cui descrizione fa rabbrividire le Parigine eleganti, sorridenti e spensierate....

Perchè, sapete quante sono le Parigine le quali ignoravano, prima d’oggi, che il compito di tener pulita e bella la loro città, di lavarla all’alba o prima dell’alba di tutte le brutture accumulate il giorno prima, è affidata in gran parte ad un migliaio di lavoratrici loro sorelle?

Ogni notte alle tre, all’ora in cui i meno pigri si rannicchiano ancora sotto le coltri, quando l’idea sola di affrontare il freddo intenso della notte fa rabbrividire, esse cominciano il loro lavoro. Per giungere al punto fissato, la maggior parte han già dovuto camminare forse una lunga ora attraverso vie deserte o quartieri pericolosi.

Vengono dalla periferia al centro elegante della capitale; giungono da Belleville, da Vaugirard, dai confini della Villette, talvolta persino dalla «banlieue...».

Lasciano furtivamente le povere dimore per non svegliare i bimbi; e con la testa ravvolta nei loro scialli bianchi si mettono in cammino. Vanno naturalmente a piedi: i trams e gli omnibus non corrono in quell’ora. E prima del crepuscolo sono al posto di servizio. Più tardi una vicina avrà cura dei bimbi lasciati in casa,
li vestirà, li condurrà a scuola o alla «crèche»: la povera gente, a Parigi, è generosa....

Quando scoccan le quattro, il capo cantoniere procede alla chiama. Le «balayeuses» fanno cerchio intorno e rispondono al loro nome. Guai a chi manca: tre ritardi in un mese ha per effetto una diminuzione sensibile di salario e l’applicazione di varie pene disciplinari.

Il capo distribuisce il lavoro alla sua squadra. Sino alle 6 d’estate, sino alle 6 e mezzo d’inverno, le «balayeuses» spazzano le vie.... Venti minuti di riposo per lo spuntino. Poi s’incamminano verso i carri. Mentre gli uomini vuotano le casse delle spazzature, le donne puliscono dietro di loro, raccogliendo verso le cloache le immondizie sfuggite ai veicoli.... Ora il sole è già alto. Le macchine da spazzare, al passo stanco dei vecchi ronzini stimolati, ad ogni tratto, dalle bestemmie dei vecchi carrettieri, hanno percorso le vie: le fontane sono aperte, l’acqua scaturisce lungo i marciapiedi. Le «balayeuses» la ricacciano nei solchi fissati e spazzano e lavano il marciapiede. Un’ora prima di mezzogiorno, il lavoro è finito.

Sottoposte agli stessi obblighi dei loro colleghi del sesso forte, esse sono pagate molto meno: tre lire al giorno: un salario di fame. Gli uomini han diritto alla pensione; esse no. Ma, dopo vent’anni di servigi, la città accorda loro un assegno annuo. Tutte non l’ottengono perchè non possono sopportare le fatiche del lavoro notturno e le intemperie dure.

...Ora appunto per difendersi dalle intemperie, tornate più aspre in questo scorcio di inverno, le «balayeuses» parigine domandano al Prefetto della capitale il dono grazioso di un cappuccio, di un cappuccio impermeabile che permetta loro di sfidar la pioggia, il vento diaccio e la neve.

Come farà a dir di no, il primo magistrato parigino?

Domenico Russo.

Religione


Vangelo del giorno di Pasqua


Testo del Vangelo.

Maria stava fuori del monumento piangendo. Mentre però ella piangeva si affacciò al monumento. E vide, due angeli vestiti di bianco, a sedere uno a capo, l’altro ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: Donna, perchè piangi? Rispose loro: Perchè hanno portato via il mio Signore e non so dove l’han messo. E detto questo, si volto indietro, e vide Gesù in piedi: Ma non conobbe che era Gesù. Gesù le disse: Donna, perchè piangi? Chi cerchi tu? Ella pensandosi che fosse il giardiniere, gli disse: Signore, se tu lo hai portato via, dimmi ove l’hai posto, e io lo prenderò. Le disse Gesù: Maria. Ella rivoltasi gli disse: Rabboni (che vuol dir Maestro). Le disse Gesù: