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186 IL BUON CUORE


Degli Occhi, che mise in luce la paziente faticosa opera degli insegnanti e ne illustrò il beneficio incalcolabile.

Quale sia quest’opera hanno potuto apprezzare tutti gli intervenuti, assistendo ai saggi di recitazione e di ginnastica degli allievi.

Da quelle piccole gole afone escono in un balbettamento i primi rauchi suoni articolati; poi la parola va sempre più delineandosi; sono pronunciate le prime frasi, i primi periodi; il muto dice il nome di tutte le cose e di tutte le azioni che vede; dà espressione concreta ai suoi sentimenti, al suo pensiero: partecipa anch’egli, pur nella imperfezione, alla vita degli altri intorno a lui, con quei suoi malinconici occhi spalancati sulle cose, fissi alle labbra delle persone, che ha innanzi a sè. Poveri piccini! Come si sforzano a dire limpidamente, a farsi capire!

— Chi è questo signore? — domanda l’insegnante in un soffio, accennando al Conte di Torino.

— È il Re! — risponde la voce un po’ roca e violenta dell’allievo.

— No; pensa meglio.

— È il cugino del Re.

— E che cosa faccio io?

— Il soldato....

Fuori nel cortile i convittori eseguirono poi molti esercizi ginnastici, attentissimi ai segni dei loro bravi insegnanti — la signorina Hecher e il prof. Corillo — con agilità e prontezza e con perfetta sincronia, mentre la musica del 68.° squillava le note della Canzone di Tripoli, che essi, chiusi nel loro silenzio inaccessibile, non udiranno mai.

L’Ospedale dei Bambini

Nella sede dell’Ospedale in via Castelvetro, 32, ebbe luogo nello scorso maggio l’adunanza generale degli azionisti e benefattori. Il presidente nob. Bassi in una accurata relazione espose l’andamento morale e materiale della benefica istituzione.

L’anno 1911 fu un anno di operosità fervida; riforme interne attuate, progetti portati allo studio, costruzioni nuove finite, ampliamento della suppellettile, nuovi azionisti inscritti, ecc., ma vi furono anche maggiori spese e nel contempo la beneficenza, distratta da altre mire, venne meno, cosicchè il bilancio si chiude in disavanzo.

Il direttore, prof. comm. Cesare Cattaneo, lesse una rapida e lucida relazione sanitaria, dalla quale risulta il notevole incremento verificatosi nel movimento di ammalati: 754 accolti in ospedale, 5350 visite praticate negli ambulatori medico e chirurgico. La esposizione analitica delle forme morbose condusse poi il prof. Cattaneo a constatazioni impressionanti sulla frequenza della tubercolosi nei bambini a Milano; le sue ricerche basate su severe indagini scientifiche e la competenza di lui, che è _fra i pochi insegnanti ufficiali di pediatria in Italia, danno maggior valore a tali cifre ed illuminano i risultati brillanti ottenuti in casi disperati applicando nuovi e moderni metodi di cura.

Il presidente si congratulò col direttore e coi sanitari della loro opera scientifica consegnata in pubblizione e che continua in un giornale fondato dai sanitari col titolo: L’ospedale dei bambini.

La benefica istituzione acquista ogni anno più importanza nella vita cittadina e l’opera di bene che per essa si consegue è tale da meritare non solo il plauso, ma l’appoggio reale di tutti quanti intendono l’importanza per Milano, che un ospedale di bambini abbia a sempre maggiormente fiorire e mai a sentire strettezze che potrebbero intralciarne l’opera.

Pubblichiamo ben volentieri la relazione del nobile cav. dott. Carlo Bassi, che rivela quanto bene si compie in quell’ambiente di carità:

Egregi Soci Benefattori,

Non fu senza notevole compiacimento «tanto mi sembrava legittimo» che, riassumendovi l’anno scorso gli elementi e i risultati del Consuntivo 1910, io potei mettere in rilievo l’annata assolta, non solo, ma ben anche, il Patrimonio accresciuto di oltre undici mila lire.

La limosinante di via Castelvetro aveva largamente mietuto nel campo della beneficenza cittadina L. 48,000, meno 95 centesimi!

Al resoconto dell’anno 1911, non è riservata consimile soddisfazione; le conclusioni del Conto Consuntivo, sono, pur troppo in completa antitesi con quelle dell’anno precedente: disavanzo; quindi diminuzione e non già aumento di patrimonio.

Eppure, le entrate di beneficenza, così ordinarie, che straordinarie, non sono mancate, nè furono lievi; rasentarono, benchè non raggiunsero, le quaranta mila lire, ed è presto veduto che furono quindi inferiori a quelle dell’anno precedente, di oltre L. 8000; se poi si riflette che le spese aumentarono di circa L. 7000 si avrà la spiegazione del forte divario di confronto.

Certamente l’applicazione dell’organico dei Signori Sanitari contribuì in gran parte all’accrescimento delle spese, ma diversi altri capitoli, quali per esempio, la spesa pei medicinali, quelle in genere per la beneficenza e quelle per la manutenzione del fabbricato, risentirono la legge universale del rincaro, cui la sola spesa pel vitto si sottrasse, essendo stata minore di un centinaio di lire.

Conclusione: si ebbe il disavanzo di L. 4746,79 che, naturalmente andò a diminuzione del Patrimonio.

Il quadro non è certamente lieto; tuttavia se si considera la parte, che nella rubrica dell’Uscita occupano gli ammortamenti «che assommano a L. 2309,01» visto che dessi non costituiscono una materiale erogazione, bensì l’applicazione di un savio criterio amministrativo, l’anzidetta lesione al Patrimonio, perderà alquanto del suo lugubre aspetto.

Ad ogni modo, siccome non possiamo, nè dobbiamo permettere questo appostamento passivo, che sta a rappresentare e significare l’inevitabile deterioramento di quanto materialmente concorre a formare il patrimonio dell’Opera Pia, così, l’insegnamento che defluisce dal Conto Consuntivo in esame, che importa a noi di sapere — e di tenere in vista — è questo: Che nelle