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IL BUON CUORE 187


circostanze attuali, per ottenere il pareggio occorre una entrata di almeno L. 52,000, vale a dire:
per rendite patrimoniali, circa |||
 L. 6,500
per rette a pagamento circa |||
   » 1,500
per introiti di beneficenza circa |||
   » 44.000


L. 52,000

Se la parte indispensabile, sì, ma materiale della gestione dell’anno 1911, ci costringe a penosi raffronti ed a più mesti presentimenti, ci possiamo, invece, rifare nella parte morale.

Quello, fu un anno di operosità; un anno di germinazione, di provvedimenti e progetti, nè ci si può ascrivere a colpa se l’atmosfera, non ne riuscì fecondatrice; questa non è in nostro potere.

Gli studi per dotare l’istituto di un appropriato Regolamentò interno, furono ripresi e col validissimo concorso del Direttore Comm. Cattaneo, condotti a buon termine, neinchè applicati, in attesa, oggi non ancora assolta, della Superiore approvazione.

Si diè mano alla tanto indicata dotazione di una portineria, a collocamento dei portieri e sorveglianza dell’accesso all’Ospedale.

Si attese con rinnovato zelo e con speranza molta, alla compilazione del progetto edilizio riguardante il Padiglione di isolamento, il locale di lavanderia e la Camera mortuaria; opere, tutte, per quanto ingiunte, non ancora potute sistemare.

A mezzo del nostro Direttore ci pervenne la graziosa offerta del chiarissimo dott. Ettore Levi, Direttore dell’inalatorio con acque salsojodiche di Via Mario Pagano, per la cura gratuita di quei bambini poveri di mezzi del nostro Ospedale, indicati quali bisognevoli di detta terapia; offerta, che la Presidenza, con grato animo, subitamente accolse.

Così pure la Presidenza stessa iniziò e coltiva tuttora intelligenze con l’Ordine dei Cavalieri di Malta per l’accoglimento a completamento di cura e convalescenza dei nostri bambini maschi, nel loro Ospedaletto di Via Quadronno, diretto dall’ottimo Commendatore Guaita, nostro emerito Direttore.

Giovandoci della generosa esibizione fattaci dalla Spett. Ditta Mailtider, a mezzo del Direttore Commendatore Cattaneo, si potè attivare un’ambulanza nel centro della Città, in Via Pantano, esibendo migliore op portunità di assistenza, nonchè provvedendo a viemmeglio d fondere la notorietà dell’Ospedale infantile dì via Castelvetro, così nel campo degli indigenti, come in quello degli animi caritatevoli e munificenti.

Partecipando alla patriottica generale commozione suscitata della guerra Libica, il Consiglio Direttivo ed il collegio sanitario locale, consentirono ad aprire un temporaneo corso d’esercitazioni, nelle infermerie, per le Allieve della Croce Rossa; corso, che gli porge occasione di qui encomiare lo zelo e l’assiduità dimostrata dalle Allieve della tanto benemerita Istituzione.

L’attività del Collegio sanitario bene si dimostrò altresì nel campo scientifico, con la pubblicazione di una notevole raccolta di studi; pubblicazione che tende oramai ad assumere carattere di periodicità.

Il breve riassunto che sono venuto accennando, giustifica, io penso, il premesso asserto che quella del 1911 fu un’annata operosa, ma rimerrebbe incompleto se trascurassi di commemorare ed illustrare l’attività, veramente notevole, dimostrata dalle Signore Patronesse Visitatrici.

La riunione del 9 maggio 1911 fermò in Esse il proposito di vincolarsi a periodico contributo ed a promuovere occasionali oblazioni; proposito, che mise capo all’incasso di L. 1405 di poi, collegialmente disposto in opere caritatevoli a vantaggio di casi speciali pei poveri malati, provviste di guardaroba e migliorie nell’Oratorio ed inerenti spese amministrative, per un

complesso di |||
 L. 599,75
in versamento fatto al Consiglio |||
   » 270 —

L. 869,75

rimanendo al 31 dicembre 1911, a avanzo |||
   » 535,25


L. 1405,—

Aggiungasi la festa dell’Albero di Natale, sostenuta come al solito, dalle Signore Patronesse, che produsse l’offerta di oltre tremila capi; l’azione di reclutamento, da Esse sviluppata, che recò alla sessantina il numero delle Patronesse, e quello di 48 Benefattori azionisti, di un Socio Patrono, e di quattro Soci Perpetui, che assicurò alla Istituzione una cifra totale di L. 9440.

Così si completa il quadro nella sua parte luminosa? Non lo credo.

Non lo credo, perchè ci rimane a raccogliere la messe della Relazione Sanitaria, che fra poco ci esporrà il nostro Direttore:

Così Egli concludeva la sua esposizione all’Assemblea del 22 giugno dell’anno scorso:

«Quanto a me, io non posso fare che una promessa ed esprimere un voto; la promessa di corrispondere all’onore concessomi, chiamandomi alla Direzione dell’Ospedale dei Bambini, col dedicare a questo il mio lavoro, e ogni mia energia; il voto, che allorquando fra un anno sarete novellamente riuniti, possiate dire, o Signori, che alla promessa non ho mancato».

Voi avete indubbiamente sentito, così come il Consigqo ha veduto, alitare sulla vita fattiva del periodo, da quella data trascorso, lo zelo e lo spirito d’iniziativa del nostro Direttore — e la vostra risposta alla invocazione, sarà, come la nostra, spontanea e riconoscente a Colui che giunse fino a pretermettere le proprie vacanze per vegliare e guidare il nostro Ospedale.

Nel corso dell’anno passato noi dovemmo deplorare la morte crudele del dott. Carlo Luraschi, che prestò l’opera sua quale consulente specialista; recentemente poi, il Consiglio Direttivo si vide costretto a rinunziare alla cooperazione di uno dei suoi colleghi, che al pari dell’egregio comm. avv. Augusto Ferrari, l’anno innanzi uscito di carica, fu uno dei primi aderenti alla iniziativa del dott. Guaita per la fondazione di questo Ospedale — e conseguentemente, fra i primi consiglieri; il cav. Leopoldo Della Porta, che oggi appunto siamo da lui medesimo chiamati a sostituire, per imprescindibili ragioni di salute. Nel parteciparvi il suo affet-