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IL BUON CUORE 255


grande importanza, corredate da tavole paleontologiche, carte geologiche, spaccati, tabelle, ecc. Sono specialmente da segnalare lo studio del prof. Sacco sulla Puglia; la relazione dell’ing. Novarese sui risultati geologici della spedizione del Duca degli Abruzzi nel Ka.rakorum; la memoria dele ing. Franchi sui graniti del Sempione, oggetto di una recente e non ancora risolta controversia doganale con la Svizzera; lo studio del prof. Stolla sulle formazioni che attraverserà il progettato traforo dello Spinga; le ricerche di geologia nei rapporti forestali del prof. De Angelis e quelle sull’elasticità delle roccie più dure del prof. Oddone; il riassunto del prof. Bucca sulle ultime proposte per studiare il Vulcanismo, ecc. ecc.

Il Congresso, infine, formulò ed approvò unanime alcuni voti diretti al Governo. Fra essi quello per la pubblicazione integrale dei manoscritti di Leonardo da Vinci, di suprema importanza anche per la Geologia; quello per una sistemazione, rispondente ai bisogni della scienza moderna, dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli; quello per la conservazione, in forza di legge, dei massi erratici e di altri fenomeni geologici del suolo italiano, classici per bellezze o valore scientifico; quello per la legislazione sulle acque pubbliche, da uniformare ai risultati di rigorose indagini scientifiche; quello per la costruzione delle carte agregeologiche a cura dello Stato; quello invitante a consultare il geologo prima di provvedere ai danni arrecati in Lombardia dalle alluvioni delle scorse estate, ecc.

Il volume attesta la grande importanza assunta dal Congresso di Lecco, dimostra come la Geologia venga in Italia seriamente e largamente studiata e colloca la nostra trentenne Società geologica italiana, fondata da Qu’ntino Sella, alla pari colle più antiche, le più prospere e le più attive associazioni congeneri del mondo civile.

Religione


Vangelo della domenica undecima dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

In quel tempo disse il Signore Gesù questa parabola per taluni i quali confidavano in se stessi, riputandosi giusti e disprezzavano gli altri: due uomini salirono al tempio a fare orazione: uno Fariseo, e l’altro Pubblicano. Il Fariseo stava in piedi e dentro di sè pregava così: Ti ringrazio, o Dio, che io non sono come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adulteri, ed anche come questo Pubblicano: digiuno due volte alla settimana: pago la decima di tutto quel che io posseggo. Ma il Pubblicano, stando da lungi, non voleva neppur alzar gli ccchi al cielo; ma si batteva il petto dicendo: Dio, abbi pietà di me peccatore. Vi dico, che questi se ne tornò giustificato a casa sua, a differenza dell’altro: imperocchè chiunque si esalta, sarà umiliato; e chi si umilia sarà esaltato.

S. LUCA, cap. 12.

Pensieri.

È preferibile un uomo giusto contento di sè, o un peccatore pentito, scontento del suo stato?

Questa è la domanda: e ognuno, guidato dal senso cristiano, comincerebbe a osservare che un giusto contento di sè, dà l’occasione di far sospettare della sua santità.... Vediamo l’insegnamento di Gesù, e come Egli risolve la questione.

Due uomini entrarono nel tempio a pregare: l’uno Fariseo (il giusto secondo la legge) sta presso l’altare, eretto, rigido e prega così: «Ti ringrazio, Signore, ch’io non sono come gli altri uomini, ladri rapaci, adulteri, e nemmeno come quel Pubblicano.

Io digiuno due volte la settimana e pago le decime di tutto quel che possiedo».

Si può dire che il Fariseo è superbo?

Veramente non si potrebbe dire, come non si potrebbe chiamar superba l’anima divota, che ringraziasse Dio, di non essere gentile nè mondana.

E ancora: la legge obbligava a un digiuno per anno, quest’uomo digiunava due volte la settimana; la legge, obbligava al pagamento delle decime sui raccolti delle terre e degli armenti e questo Fariseo, pagava le decime di tutto.... Non faceva il male, dunque, ma il bene, faceva anche più di quello che era comandato. Ed era contento di sè, e non chiedeva nulla al Signore.... Di conseguenza, esce dal tempio senza esser migliore di quando v’era entrato. Con ciò corre un gran rischio: egli è contento di sè, ma sarà ugualmente contento di lui il Signore?

Il Pubblicano sta sulla soglia, non osa alzar gli occhi al Cielo e prega: «Pietà di me, Signore, perchè sono un uomo peccatore».

E qui Gesù, dice la sua preferenza.

Il Pubblicano usci dal tempio giustificato.

Ha chiesto, ed ha ottenuto.

Ecco il grande ammonimento che Cristo vuol dare: l’indice della verace giustizia, è l’incontentabilità, il voler sempre di meglio, il voler sempre di più.... Il non arrestarsi mai sulla via del proprio miglioramento, della propria elevazione.

Questo produce lo spirito cristiano, e questo lavorio interiore, costante, ininterrotto rende difficile l’orgoglio... la piaga degli ebrei? — E perchè?

La giustizia ebraica si riposava sui fatti (il Fariseo del Vangelo, infatti, non mente, e noi gli crediamo) perchè la legge, non imponeva che osservanze legali, e non si occupava e preoccupava che di quelli.

Il Cristianesimo, invece, non bada al fatto, ma all’intenzione.... a quell’intenzione della quale noi stessi non ci possiamo rendere conto, che è un mistero anche per noi, un segreto di Dio....

Perciò il Cristiano è sempre supplichevole davanti a Dio, e opera la sua salute con timore e tremore....

E il Pubblicano uscì dal tempio giustificato.... Sia così anche di noi.