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314 IL BUON CUORE


vi può raccogliere le speranze, frutti ne chiederebbe indarno. Nè si può dire che ve l’abbia trascurata quella pianta, no. La troviamo nel suo giardino, la cerca, dunque non è dimenticata, anzi dobbiamo credere dal giusto risentirsi e dalla conclusione di tagliarla, che avesse non solo per lei dato terreno, ma avesse ancora buttato tempo, fatica e danaro.

Dunque non ad ogni uomo — lo potrebbe fare — ma qui parmi che Cristo si rivolga al cristiano — raccolto nella sua chiesa, nel suo ovile, circa il quale sparse il suo sangue, la sua grazia, la sua dottrina.... per avere il frutto sperato, frutto tangibile di bene, di sacrificio, d’abnegazione per sè, di carità per gli altri?!

Non vi ha trovato forse in questo più che in altri, un esagerato amor proprio che, tutto che è di comodo, accentra in proprio favore, regalando, non il superfluo, ma ciò che dà noia agli altri? nè questo per amor di Cristo, ma per soddisfare al piacere della beneficenza, per asciugare una lagrima su un occhio tanto caro quant’è più bello e giovane, per carezzare una mano delicata e....

Oh! come esce terribile il grido divino: Succide ergo! Tagliala, che ci è dannosa, travolgendo in opere dalle finalità inique il santo nome di Cristo, il santo nome di carità, d’amor del prossimo; laddove non v’ha che sensualità, egoismo, mondanità! Oh! se non vi fosse Cristo, che implora ancora.... dimitte et hoc anno.... concedi ancor un anno!... che ne sarebbe di noi?

E se l’anno fosse trascorso? Se la scure ormai minacciasse la radice? Se le prove di nuova grazia, di nuovi favori ormai nulla avessero reso?...

Da ultimo lo scatto nobile e generoso di Cristo contro l’archisinagogo per la guarigione di quella infelice operata in giorno festivo.

La legge era santa: Cristo non la disprezza, manco la viola in modo alcuno, che operare del bene non potrà mai violare quella che è la legge suprema: la carità.

Rispondendo, il mitissimo Gesù lo chiama ipocrita. Anche allora si saranno scandalizzati della poca carità di lui, della mancanza di forma, ecc.... Gesù non vi bada, e cogli ipocriti ed impostori taglia corto. Ci ha insegnato così colui, che si chiamava Maestro.

Ipocriti, che mentre pei loro interessi, per la loro cupidigia, per le loro bestie non si peritano di usare la loro libertà, sol quando si tratta d’un infelice, d’un peccatore, d’una vittima d’ambiente colposo od ignorante solo allora si levano ammantati di falso zelo — manifestato nella ferocia della difesa — a gridare contro Gesù. Gesù ha avuto tuttavia la fortuna di vedere i suoi uditori farsi rossi per vergogna, i suoi avversarii umiliati.... ai nostri giorni i nostri impostori, l’ipocrisia perderebbe anche quest’ultima reliquia di pudore.

B. R.




Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.

Congresso Eucaristico di Vienna

Note gentilmente favoriteci dal Rev. Mons. G. Polvara da Vienna

15 settembre 1912

(Continuazione, vedi n. 39).

La grandiosa adunanza inaugurale.

La parola del S. Padre.

Con straordinario concorso di pubblico il giorno 11, nel pomeriggio, si inaugurò solennemente alla «Rotonda» il Congresso Eucaristico sotto la presidenza del Vescovo di Namur, Mons. Heylen.

Sono presenti più di ventimila persone.

Alla seduta intervennero il rappresentante dell’Imperatore, arciduca Pietro Ferdinando e le arciduchesse Maria Giuseppa e Maria Teresa, sorelle dell’arciduchessa Zita, il ministro della Pubblica Istruzione Hussanek, il ministro delle Finanze Zaleski, il ministro di Gallizia Duglosz, il Governatore barone Bienerth, il Borgomastro Neumayer e molte altre autorità dello Stato, della provincia e della città.

Tiene il discorso inaugurale Mons. Heylen, che fra grandi applausi elogia il protettore del Congresso, l’Imperatore Francesco Giuseppe.

Quindi il segretario dell’Arcivescovado Mons. Neriski, legge in latino ed in tedesco il Breve del Papa, che esalta l’importanza del Congresso e il Sacramento dell’Eucaristia e raccomanda la professione di strenua difesa della fede cattolica e termina con la Benedizione Apostolica al popolo di Vienna, ai congressisti ed alla famiglia imperiale.

Poi parlarono l’Arcivescovo di Vienna, card. Nagl e il ministro della Pubblica Istruzione Hussarek, il maresciallo provinciale dell’Austria inferiore principe Lichtenstein, il Borgomastro di Vienna dottor Numayer, il ministro di Stato belga Helleputte in nome dei congressisti esteri, il professore dell’Università di Vienna Sweboda, il capitano provinciale della Carniola e il dott. Sustersic.

Il Legato Pontificio rilevò che il Congresso manca di qualsiasi significato politico ed ha puramente un carattere di festa della Chiesa.

Il Ministro dei Culti nel suo discorso salutò il Congresso in nome del Governo e disse, che l’avere l’Imperatore accettato il protettorato, rappresenta questo un alto titolo di onore.

Il Ministro esaltò l’importanza di Vienna nella storia della cristianità e della civiltà occidentale e fu vivamente applaudito.

Il Breve del Santo Padre.

Ecco la fedele versione italiana del Breve del Santo Padre:

Diletto Figlio Nostro
Salute ed Apostolica Benedizione.

«Poichè, conforme a consuetudine, uno degli E.mi Cardinali di Santa Romana Chiesa che rappresenti la Nostra Persona è da scegliere al solenne Congresso internazionale Eucaristico di Vienna ci piace, diletto No-