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IL BUON CUORE 355


Nell’attesa scambiamo qualche parola coi presenti, con qualche vecchio terrazzano. Affluiscono i ricordi e gli episodi. Sarebbe impossibile riferirne largamente — nè è questo il momento più opportuno.

Come si sa, mons. Calabiana passava a Gropello quasi tutto l’autunno, e commuoveva per la sua semplicità e per la sua affabilità.

— Parlava con tutti quanti incontrava per strada, e bramava, di sera. uscire fuori della villa, avvicinarsi ai gruppetti dei terrrazzani e trattenersi con loro in semplici conversari.

Si avvicina l’ora della partenza. La pesante cassa è posta in un carro funebre a due cavalli che al piccolo trotto si mette in cammino. In un landeaux, che segue prende posto, in abiti corali, mons. Balconi, il quale accompagnerà la Salma durante tutto il viaggio e fino alla Chiesa di S. Nazaro, a Milano.

In altri landeaux e automobili prendono posto quasi tutti i sacerdoti che avevano partecipato alla cerimonia del mattino, il sindaco sig. Corsini e l’assess. cav. Spinaroli, in rappresentanza del Comune di Gropello, il conte Caccia, mons. Corbella, Gian Antonio Cornaggia, i Rappresentanti della commissione delle onoranze e tutti coloro che sono venuti da fuori al mattino. C’è anche il parroco di Gropello, che vuole presenziare a tutte le onoranze al Vescovo, che tanto predidilesse il paese ora affidato alle sue cure sacerdotali.

Eccoci sulla via di Milano, eccoci verso l’ultima dimora definitiva della salma di mons, Calabiana. Piove ancora, sempre più forte. Si teme che le onoranze alla Salma preparate dalle varie parroccLie attraversate dal corteo funebre debbano venir sospese, ma ci si è ingannati.

Se la frase non contrastasse troppo con la severità della cerimonia, si dovrebbe dire che la salma è passata in trionfo addirittura. Si è,ominciato da Inzago. Le campane hanno suonato, ininterrottamente, a rintocchi lenti, per lungo tempo. Nella via principale, ove è anche la chiesa, si sono schierate le associazioni con bandiere, il clero, le autorità. Per lungo tratto, due fittissime ali di pubblico commosso vollero accompagnare il loro Arcivescovo all’estremo limite della parrocchia.

Quando passa il carro funebre, le bandiere si curvano, il popolo prega, i sacerdoti intuonano salmi di «requiem». E così dappertutto, a Cernusco, a Gorgonzola, a Villa Fornaci, a Crescenzago, a Vimodrone. In qualche paese persino i bambini dell’Asilo si sono portati a rendere omaggio alla salma di monsignor Calabiana. Tutte le campane hanno suonato il rintocco funebre, tutti i labbri hanno pronunciato una prece. Ad Inzago, a Cernusco, a Gorgonzola, i negozi erano chiusi a metà e su tutte le porte si leggevano cartellini listati a lutto: «Pace all’anima di mons. Calabiana.»

* * *

Quando si giunge a Milano, alle 15,15, la Chiesa del Redentore è già affollata di pubblico ed una folla non indifferente staziona sull’atrio e sul piazzale prospiciente. Ci sono molti sacerdoti, alcuni cappuccini, un Padre Camaldolese — il cui abito bianchissimo e
spicca su tutto quel nero di abiti ecclesiastici, alcuni rappresentanti di associazioni. Vediamo il conte Jacini. consigliere comunale, il conte Albertoni, che rappresenta. insieme al Caduff, la Direzione diocesana; il R.mo Capitolo Metropolitano rappresentato dal Vicario generale, mons. Rossi, e dai monsignori Confalonieri e Santagostino.

Il carro funebre è fatto entrare nel cortile interno della canonica, dove si procede a togliere la cassa e ad apporvi, sopra le insegne episcopali, la mitra, il pastorale e la croce.

Si forma poi un piccolo corteo per trasportare la salma in chiesa che è parata a lutto e sulla cui porta principale si legge la seguente epigrafe.

Clero e popolo
del Santissimo Redentore
grati dell’onore
accolgono per fugace istante
in questa chiesa
eretta dallo zelo del successore
la venerata salma
di
Monsignor Luigi Nazari di Calabiana
invocano all’indimenticato presule
i frutti eterni
della
Redenzione.

Il Riverdo Preposto del Redentore coi paramenti sacri, assistito da r.di coadiutori, procede innanzi a tutti; seguono mons. Balconi e molti sacerdoti.

Nella Chiesa alla salma viene data l’assoluzione di rito, mentre il popolo canta le litanie dei Santi. Finita la cerimonia, la salma è portata fuori, dove l’attende un carro di prima classe, (primo grado), per mezzo del quale è trasportata a San Nazaro.

* * *

Nonostante che la grande cerimonia della traslazione debba aver luogo domani (giovedì) abbia luogo tuttavia non poche famiglie dell’aristocrazia avevano inviato vetture ed automobili ed il corteo così potè offrire subito un colpo d’occhio distinto. In un landeaux parato a lutto prese posto monsignor Balconi.

Seguiva il carro, uno stuolo lunghissimo di sacerdoti, di frati, di cittadini, fra cui si notavano i rappresentanti delle associazioni cattoliche, specie giovanili. Alla coda le vetture e le automobili.

Dirigeva il servizio d’ordine, affidato ai vigili urbani, ai carabinieri ed alle guardie di città, il commissario cav. Patella, il delegato Vitali ed il delegato mandamentale Mascheroni.

Il corteo si muove lentamente per la via Palestrina, il corso Buenos Ayres, i viali Monforte e Romana, il corso Romana.

Lungo le strade un pubblico numeroso assiste al passaggio del corteo funebre. Affollati sono pure i balconi. Un colpo d’occhio magnifico presenta il corso di P. Romana. Si può dire che non ci sia stato balcone che non sia stato parato a lutto e non sia affollato. A metà del corso si uniscono al corteo le