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IL BUON CUORE 375


Come scrive Suarez, «Il genere umano ripartito in diversi popoli e diversi regni, vive sotto la legge di una unità non solamente specifica, ma ancora ed in una certa maniera politica e morale; se ciascuno Stato, repubblica o regno, costituisce in sè una comunità perfetta, non è meno vero che ciascuna di queste comunità è anche membro di un insieme che è il genere umano; che queste comunità non potendo bastare nel loro isolamento, devono, per il loro sviluppo, mante nere fra loro certe relazioni di aiuto reciproco, che esse hanno bisogno per conseguenza di un diritto che le costituisce secondo l’ordine e le dirige in questo genere di mutua comunicazione e di società».

Il diritto a cui accenna Suarez non è altro che il diritto internazionale cristiano, cioè basato sull’interpretazione che del Vangelo hanno dato i Padri della Chiesa, sull’insegnamento dei grandi Dottori, sulle decisioni dei Concili e dei Papi.

Ma questa parola «Diritto Internazionale Cristiano» apparisce strana a molti anche cattolici oramai abituati all’idea che Grozio sia stato il «Padre del Diritto Internazionale» mentre ègli piuttosto che il «Padre» è stato il «laicizzatore» del Diritto Internazionale, che prima di lui era unicamente basato sulla morale cristiana; onde da tre secoli, le relazioni dei popoli sono regolate da un diritto completamente laicizzato, basato sulla sola ragione ed indipendente dalla morale cristiana.

E’ venuto dunque il momento — scrive Vanderpol — di fare uscire il diritto internazionale cristiano dall’oblio nel quale è rimasto da tre secoli, e di farlo riapparire nella sua forma brillante e vivente, non solo agli occhi dei cattolici ma pure a quelli degli uomini di buona volontà, che non ripudiano una idea od una istituzione solo perchè è cristiana.

Così è sorto il progetto di riunire questo anno a Parigi nell’occasione delle feste di Pentecoste le diverse leghe cattoliche per la Pace (Svizzera, Inghilterra, Belgio, Paesi Bassi), pregando i Vescovi di Francia e degli altri paesi di inviare rappresentanti a questa riunione, che ha per solo scopo la costituzione ed il funzionamento immediato di un Istituto del Diritto Internazionale Cristiano, che comprende tre Sezioni.

I. Sezione di Teologia — «Essa dovrebbe studiare e fare conoscere le dottrine che formano la base del Diritto Internazionale Cristiano, e le deduzioni che ne sono state tratte dai grandi autori nei secoli precedenti, principalmente in ciò che concerne il diritto di guerra ed i diritti reciproci delle nazioni civili e delle nazioni barbare».

2. Sezione di Etoria — «Essa dovrebbe studiare in particolare il Diritto Internazionale Cristiano affine di fare profittare l’avvenire dell’esperienza del passato, e ricercare le cause che in molti casi hanno impedito alle dottrine cristiane di essere applicate, o allorchè sono state applicate, di produrre il loro effetto».

3. Sezione di Diritto — «Essa dovrebbe studiare particolarmente le opere dei canconisti o dei giuristi e le modificazioni che sarebbe possibile fino da ora introdurre nel diritto internazionale laicizzato che ha portato all’odierna anarchia internazionale.

«Ciascuna sezione sarebbe composta di tante sottosezioni quante sarebbero le nazioni aderenti, e diretta sia da una di queste sezioni, sia da un Comitato, internazionale o no.

«Il còmpito dell’Istituto si limiterebbe a quello di studiare e fare conoscere il Diritto Internazionale Cristiano, e raggiungerebbe questo scopo con una o più riviste, con la pubblicazione di opere speciali con riunioni o congressi (forse con una Settimana Internazionale), che si terrebbero successivamente nei diversi paesi.

«L’Istituto avrebbe così il còmpito di organo deliberante, fattore dell’unità indispensabile».

Queste in sostanza le osservazioni e le proposte avanzate da M. Vanderpol e raccolte nell’indicata sua pubblicazione, di cui abbiamo curato di esporre le idee madri.

Qualche scettico sorriderà forse, dubbioso, e benevolmente compatirà, come a dolce illusione, il tentativo audace di M. Vanderpol. Ma questi scettici, per temperamento o per partito preso, dovrebbero pur ricordare che quando venti anni fa l’Enciclica Rerum Novarum venne a confermare l’ortodossia e la verità delle idee sostenute e difese da un grunro di volonterosi contro una grande maggioranza di oppositori, i cattolici non furono nè preparati a comprendere, nè pronti a mettere in pratica gli insegnamenti del Sovrano Pontefice, ed occorsero molti anni perchè potesse effettuarsi e tenersi la prima Settimana Sociale, sicchè noi non abbiamo potuto avere sul movimento sociale quella influenza che, grazie alla dottrina sociale cristiana, avremmo potuto e dovuto avere. Onde crediamo che se quando apparve la Rerum Novarum, si fosse stati pronti e disposti a lanciarsi, sulle vie che essa tracciava, nel movimento sociale, le masse non avrebbero davvero accettato con facilità i pregiudizi anticlericali e antireligiosi.

Così auguriamo non sia per la questione internazionale, che è avanti tutto una questione morale perchè la giustizia non si arresta alle frontiere; e vogliamo sperare che il progetto ardito e nobilissimo, presentato da M. A. Vanderpol, troverà fra noi, come ha trovato altrove, consentimento ed adesione, affinchè l’opera perseverante di alcuni pochi non vada perduta, e dispersa, ma possano, invece, formarsi quelle relazioni intellettuali che producono meraviglie, riuscendo, col concorso generale di studi e d’iniziative, a formare un organismo vivente ed attivo che valga ad influire sulle decisioni dei governi e sulle direttive internazionali.

Avv. Guido Cioppi.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi

OBLAZIONE.

Baronessa Nina Leonino |||
 L. 100.—

Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.