Pagina:Il buon cuore - Anno XII, n. 31 - 2 agosto 1913.pdf/1

Da Wikisource.
Anno XII. 2 Agosto 1913. Num. 31.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —La sorgente degli uomini savi.
Religione. —Vangelo della XII domenica dopo Pentecoste.
Vittoria d’Inghilterra e Leone XIII — Un’opera di Bene. — Dall’Italica Gens, Chicago e la sua Colonia Italiana.
Beneficenza. —Opera Pia Catena. — Per lo sventurato musicista. - Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


La sorgente degli uomini savi

(Selma Lagerlöf)



Arcigna e cogli occhi in fossati, la siccità andava errando nell’antico paese di Giuda, fra l’erba ingiallita e i cardi accartocciati. Era d’estate. Il sole ardeva sul dorso dei monti, nè si scorgeva la menoma ombra; un lievissimo zefiro sollevava dal terreno biancastro dense nubi di polvere calcinosa. Nella valle, schierata intorno ai ruscelli disseccati stava la greggia.

La siccità esaminava le provvigioni d’acqua. Giunta agli stagni di Salomone vide, sospirando, racchiusa fra le rive dirupate, una certa quantità di acqua. Essa scese poscia alla rinomata sorgente di David, presso Betlemme ed ivi pure trovò dell’acqua. Quindi si strascicò sulla strada maestra che da Betlemme conduce a Gerusalemme. A mezza via scorse, rasente il margine, la sorgente degli Uomini savi e s’avvide subito che era vicina ad estinguersi. La siccità sedette sull’orlo della sorgente, consistente in una grossa pietra incavata e guardò giù. Il limpido specchio di acqua - che in passato appariva alla superficie era calato notevolmente; il fango e la melma del fondo lo rendevano impuro è torbo.

Quando la sorgente vide delinearsi nel suo specchio il viso abbronzato della siccità emise un gemito angoscioso.

«Vorrei sapere quando morrai», disse la siccità. «nel terreno non puoi trovare vena alcuna che possa vivificarti.

«Di pioggia, lode a Dio, non se ne parla da due, tre mesi».

«Puoi star tranquilla», mormorò la sorgente. Nessuno può aiutarmi. «Occorrerebbe, per lo meno, una fonte dal Paradiso».

«Non voglio lasciarti fino a che tu non sia del tutto estinta», disse la siccità.

Si accorse che la vecchia sorgente era agli estremi volle avere la gioia di vederla morire goccia a goccia.

Tutta lieta si assise presso a lei e godette nel sentirla sospirare. Provò eziandio diletto nel veder giungere viandanti assetati, nel vederli calar la secchia ritrarla con poche goccie d’acqua melmosa.

Passò l’intero giorno: sull’imbrunire la siccità guardò ancora nel fondo della sorgente e vi scorse un altro po’ di acqua.

«Rimango qui tutta la notte», gridò, e aggiunse: «Spicciati. Quando vi sarà luce bastante perchè io possa vederti, sarai certamente finita».

Detto ciò la siccità si rannicchiò presso la fonte, mentre la notte, più paurosa e più tormentosa del giorno, calava sulla terra di Giuda.

Cani e sciacalli mugolavano ininterrottamente, vacche e asini assetati rispondevano loro dalle stalle infuocate. Il venticello che alitava a quando a quando non recava frescura alcuna, era caldo e affannoso come l’alito ansante di un mostro dormente.

Ma le stelle brillavano di splendore propizio e un piccolo, scintillante quarto di luna, diffondeva una bella luce verde-azzurra sulle colline grigie. A quel chiarore la siccità korse una carovana che scendeva dal colle, ai cui piedi giaceva la sorgente degli Uomini savî.

Stando seduta essa osservò quella lunga spedizione e si rallegrò nuovamente pensando che tutti costoro, attratti alla sorgente per estinguere la sete, non potevano trovare nemmeno una goccia d’acqua.

Erano così numerosi fra bestie e condottieri che avrebbero vuotato la fonte ancorchè fosse stata colma.