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Anno XII. | 13 Settembre 1913. | Num. 37. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Associazione «Per la Scuola».
Dall’Italica Gens, Chicago e la sua Colonia Italiana.
Educazione ed Istruzione
Dove aleggia lo spirito verdiano
Da BUSSETO a SANT’AGATA
(Continnazione e fine, vedi n. 36).
Gli sforzi verdiani.
Ma il maggior interesse è dato dai molti fascicoli di sfogliazzi che il Verdi ha lasciato in ogni angolo della casa e che ora furon raccolti nel suo gabinetto. Voi lasciate i cartoni dove son raccolte con indicazioni autografe le classiche sinfonie di Beethoven, Haydn, Mozart, ridotte per pianoforte, a 4 mani, e vi ingolfate volentieri in questa preziosa raccolta che vi rivela molti lati poco noti dell’illustre maestro.
Tra gli sfogliazzi verdiani si trova poi una traduzione del «Dies irae» che evidentemente servì al maestro durante la composizione della Messa, e che dimostra sino a qual punto egli avesse voluto immedesimarsi del testo sacro, trascrivendone a fianco il testo latino e la traduzione; vi è poi una interessante raccolta di lettere dirette al Ghislanzoni che riguarda la genesi del libretto di «Aida», dove ben si vede come il maestro designasse al suo poeta frase per frase il senso delle parole che gli attori avrebbero dovuto pronunciare, e che -potrebbe costituire una buona lezione di arte librettistica, data da un profondo conoscitore del teatro, e degli effetti che si possono ottenere dalle impressioni del pubblico.
Ed, a proposito di «Aida», c’è a S. Agata, o:meglio c’era, perché oggi il prezioso autografo è in mano di Arturo Toscanini, la sinfonia che il maestro aveva premesso à quest’opera, e che poi non credette degna di essere eseguita. La prima parte di essa è stata conservata nell’attuale preludio, ma poi seguiva un lungo sviluppo dei temi principali dell’opera, — di Aida, di Amneris, dei Sacerdoti, della gelosia — i quali si sovrappongono e si intrecciano con una audacia che in quel tempo era forse eccessiva, e che fu forse la causa prima del pentimento del Verdi. Oggi che Wagner e gli altri ci hanno abituati a intrecci anche più complessi, meno incerto sicuramente sarebbe al riguardo il giudizio del publico, mentre ci è grato tuttavia constatare che il genio verdiano, anche per questa via non temette affrontare una via prima poco o nulla battuta.
Del «Falstaff» sono molti gli abbozzi dove il maestro fermava l’ispirazione, man mano si affacciava alla mente creatrice: la fuga finale per esempio non fu molto variata nelle sue linee generali, ma subì nei particolari il lavoro paziente della lima così come le parole si mutarono dal primitivo: