Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 10 - 7 marzo 1914.pdf/4

Da Wikisource.

Il Cattolieismo in Cina.

Il i Giornale di Pechino n pubblica interessanti notizie relative alla nomina fata. dal Parlamento cinese del Presidente della repubblica nella persona di Yuen-Si-Kai, e sulla partecipazione del catolicismo a questa solennità civile. In quella occasione il ministro degli affari esteri Lu-Tseng-Tsiang — il quale si è convertito al cattolicismo nel 1911 alla missione dei Lazzaris’zi di Pechino — scriveva a monsignor Farlin, vicario apostolico di Pechino, la seguente lettera per invitarlo ufficialmente alla cerimonia: «Questa mattina fui gradevolmente sorpreso quando seppi che il Presidente aveva dato l’ordine d’invitarvi alla cerimonia della sua installazione. In considerazione _dell’ordine speciale, espresso dal Presidente, il vosero posto è stato premurosamente scelto e riservato, e voi sarete invitato a presentare le vostre congratulazioni nella gran sala Tai-NuTien, dopo il-corpo diplomatico e il rappresentante dell’imperatore Chuen-Toung. lo sono designato dal Presidente per introdurvi e farvi da intreprete. La vostra assenza recherebbe dispiacere al I-residente; ho sentito dire che siete il solo rappresentante religioso che sia invita.zo. Vi prego, monsignore, di gradire l’espressione dei miei sentimenti di rispetto. R. Lu-Tseng-Tsiang». «All’ora stabilita — dice il giornale — gli invitati vanno ad occupare il posto loro designato. Notiamo mons. Jarlin, vescovo di Pechino, in veste piscopale, che solo tra tirai i capi religiosi è stato personalmente invitato da S. Ecc. Yuen-Si-Kai e che solo parimenti tra i capi religiosi sarà fra poco ricevuto in udienza speciale, avendo S. E. Lu-Tseng -Tsiang come interprete, per presentare le congratulazioni della popolazione cattolica cinese. Subito dopo il ricevimento del corpo diplomatico un’udienza fu concessa a mons. Jarlin, il quale, come,capo della Chiesa cattolica in Cina, pronunziò parimenti un discorso a cui, dopo la traduzione fatta da S. E. Lu-Tseng-Tsiang, rispose il Presidente Yuen assicurando il prelato della grande sua ammirazione’ per i precetti della religione cattolica, come pure della libertà di cui desiderava che godessero in Cina la Chiesa catwlica e i suoi fedeli». chiosano con giusta letizia le Queste notizie ottime i Missioni cattoliche» — devono recare grande conforto a tutti i veri cristiani, a Lutti specialmente i sostenitori delle missioni. Il fatto di cronaca su accennato ha un grandissimo significato che non occorre illustrare. Esso dice la considerazione che il nuovo governo cinese ha della religione cattolica; dice quanto questa, mediante le Missioni, si sia saputa affermare: dice specialmente quali debbano essere gli sforzi dei cattolici nell’approfittare di queste magnifiche disposizioni della grande repubblica cinese, col favorire le missioni che hanno reso possibile l’atto di marcata disnzione su riferito.


Religione

Domenica 21 di Quaresima Testo del Vangelo.

«In quel tempo il Signore Gesù venne nella città di Samaria, che è detta Sichar, vicino alla tenuta, che diede Giacobbe cih suo figliuolo Giuseppe. E quivi era il pozzo di Giacobbe. Onde Gesù, stanco dal viaggio si pose così ’a sedere sul pozzo. Ed era circa l’ora sesta. Viene una, donna Samaritana ad cr4tinger acqua. Gesù le dice: Dammi da bere. (Imperocchè i suoi discepoli erano andati in città per comprare. da mangiate). Rispose adunque la donna Samaritana: tjoine mai tu, essendo Giudeo, chiedi da bere a me chi’ sono Samaritana? Imperocchè non hanno comùnione i Giudei coi Samaritani. Rispose Gesù, e disse,le: Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è co.:ui che ne avresti forse chiesto ti dice, Dammi da bere, a lui ed egli ti avrebbe dato di un’acqua viva. Dissegli la donna: Signore, tu non hai con che attingere e il pozzo è profondo: in che modo adunque hai tu quell’acqua viva? Sei tu forse da più di Giacobbe nostro padre, il quale diede a noi questo pozzo, donde bevve esso e i suoi fiArlivali e il suo bestiame?, Rispose Gesù, e disse: Ognuno, che beve di quest’acqua, avrà sete novellamente: chi poi berrà di quell’acqua, che gli darò io, non avrà più sete in eterno: ma,_!’acqua, che io gli darò, diventerà in esso fontana di acqua che zampillerà sino alla vita eterna. Dissegli la donna: Signore, dammi di quest’acqua, affinchè io non abbia mai sete, nè abbia a venir qua per attingerne. Le disse Gesù: Va, chiama tuo marito, e ritorna qua. Risposegli la donna, e dissegli: Non ho marito. E Gesù le rispose: Hai detto bene, Non ho marito. Imperocchè cinque mariti hai avuti;" e quello, che hai adesso non è tuo marito: in questo hai detto il veró. Dissegli la donna: Signore, veggo che tu sei profeta. I nostri padri hanno adorato (Dio) su questo monte, e voi dite, che il luogo, dove bisogna adorarlo, è in Gerusalemme. Gesù le rispose: Credimi, o donna, che è venuto il tempo, in cui nè su questo monte, nè in Gerusalemme adorerete i! Padre. Voi adorate quello, che non conoscete: noi adoriamo quello, che conosciamo, perchè la salute viene dai Giudei. Ma verrà il tempo, anzi è veniate, in cui adora/ori veraci adoreranno i: Padre in ispirito e verità. Imperocchè tali il Padre cerca adoratori. Iddio è spirito: e quei, che l’adorano, adorar lo debbono in ispirito e verità. Dissegli la donna: So, che viene il Messia (che vuoi dire il Cristo); quando questi sarà venuto, ci istruirà di tutto. Dissele Gesù: Son que: desso io, che teco favelle. E in quel mentre arrivarono i suoi discepoli: e si meravigliavano, che discorresse con una donna. Nissuno però gli disse, Che cerchi tu, o di che parli tu con colei? Ma la donna lasciò la sua secchia, e eli; dossene in città, e disse