Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 14 - 4 aprile 1914.pdf/5

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prio miglioramento. Ciò avviene sotto strane forme: attraverso lotte in cui sembra trionfi la violenza, la forza, l’astuzia.... Uomo di poca fede, perchè dubiti? Qui sta la fede, nelle parole di Cristo che promise.di vincere il mondo: e lo vince coi suoi propri mezzi, col frugarlo, coll’inquietarlo, col porgli addosso inestinguibile la sete del vero, del bene. E’ unendoci a questa volontà di Dio, è volendo quello che Dio vuole, spiegando a questo nobilissimo scopo tutte le nostre energie che avremo conosciuto, amato, servito veramente Dio,: il che — come dal catechismo — è vera religione, vera pietà, è perfezione della nuova legge di Cristo.

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L’osservazione di Giuda ci porta a chiarire quanto più sopra dicemmo, e ci porta ancora alla quistione del culto esterno, delle manfestazioni esteriori della religione. Più che un utile, è una necessità, è bisogno il culto esterno. La sua pompa, il suo rito, le sue funzioni non solo come propaganda, come fascinO sul popolo sono utilissime, ma ne trae grande utile la stessa fede e morale dalla grandiosità ed universalità delle manifestazioni collettive. La storia, la psicologia delle folle e dell’individuo ce ne assicurano: Gesù stesso che — cacciando 4a1 tempio i mercatanti e gli intrusi grida che il tempio è casa di Dio e non una spelonca di ladroni, che la sua casa è casa d’orazione ci garantisce e delle utilità e della necessità di questo culto che..desideriamo migliorato, affinato, studiato con amore. Mai vi sia chi — con ipocrisia pretestando amor di popolo, sottragga a Dio gli onori che a lui si devono. Più che non si creda il dolore umano si corregge, perde il suo stridore quando s’accompagna alle voci di Dio, ma non vogliamo una disastrosa posposizione neppure in questo. Il disastroso è verificabile da un formalismo vuoto,, incapace e snervante che oggi imperversa a detrimento dell’opere buone e sante. Vogliamo la pratica del culto per La religione: dalla prima s’arriVi e si nutra la seconda, non vogliamo la religione del culto, peggio poi la mania del culto. Gesù, che vuole i veri adoratori del Padre in ispirito e verità, Gesù non aggradirà mai gli,;•" ossequi di quel popolo che a l’onora colle labbra, ma il cuore, a volontà, é da lui, da Dio lontana. B. R.

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L’opera delle Dame di S. Vincenzo Dalla relazione annuale,’ stacchiamo un brano che riesce eloquente per enumerazione di fatti tali da convincere tutti dell’efficacia dell’opera di assistenza,degli ammalati a domicilio, esercitata dalle Dame e dalle Suore di S. Vincenzo. a L’anno 1913 ha seglato un notevole progresso Per la nostra Società che, sorretta dallo slancio ge.

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neroso delle Socie, ha potuto esplicare e diffondere la sua attività con risultati pratici veramente confortanti. a Numerose furono le famiglie povere assistite; numerosissime le minestre somministrate nell’inverno; molto frequentate pure le altre distribuzioni di biancheria, coperte, corredini, indumenti. a Molteplici e svariati, a seconda delle circostanze, furono i soccorsi procurati ai poveri. I buoni settimanali sono il biglietto di presentazione che apre la via alla Dama di S. Vincenzo; l’esperienza e la carità suggeriscono in seguito i migliori mezzi per completare l’opera di assistenza alla quale è chiamata, sia nell’ordine materiale che nell’ordine morale. a Pietosissimi casi ci sono quotdianamente offerti dalle famiglie ove la tubercolosi miete le sue, vittime; non è a dirsi qual triste spettacolo ci presentino quelle luride camere ove nidiate di bimbi sono spesso pigiate a contatto coi germi fatali Le nostre Signore lottano generosamente col terribile nemico: a volte procurando alloggio più salubre e aerato a famiglie decimate dal male, a volte sottraendo tenere creature al contagio, allogandole presso qualche buona famiglia del contado; sempre intervenendo presso i malati con aiuti più larghi, con assistenza intelligente e oculata... Questi.soccorsi straordinari valsero spesso a risollevare famiglie affrante dalla malattia e dalle privazioni e furono sovente ragioni indirette di un gran bene morale. a Suore e Signore furono talvolta nei poveri tuguri strumenti di conversioni edificantil. Una Dama di S. Vincenzo, chiamata ad assistere un vecchio artista che passava i suoi ultimi anni nella miseria, ottenne che facesse Pasqua dopo 4o anni che se ne teneva lungi. a Le Suore, accostando una giovane inferma che vitveva in situazione irregolare, la condussero dolcemente a Dio e riuscirono a farle,celebrare il matrimonio in punto di morte; l’infelice confessò che il suo bambino non era peranco battezzato; si mandò a prenderlo presso la nutrice in campagna e la madre ebbe la gioia di vederlo cristiano prima di morire. a Una giovane tubercolosa di 18 anni che negava l’esistenza dell’anima e aveva’ dato disposizioni per farsi cremare, seguendo l’esempio di suo padre, venne a conoscere le nostre Suore che presero a visitarla ed ebbero la grandissima consolazione di far penetrare la luce nell’anima sua; essa ricevette con vera pietà i Sacramenti e ora va disponendosi alla morte con cristiana serenità a Un giovanetto, affetto da tubercolosi ossea, ebbe la sventura di perdere improvvisamente la madre sua che fu colpita per via da un attacco di cuore... Rimasto solo al mondo, inasprito dalle sofffferenze, l’infelice voleva suicidarsi e poco poterono da principio su di lui le esortazioni della Suora e della Signora che lo visitavano. Quante volte esse bussarono alla porta della sua stanzuccia al 4.° piano, an