Pagina:Il canapajo di Girolamo Baruffaldi, Bologna 1741.djvu/112

Da Wikisource.

A la pineal glandula la via.
Se con l’uso avvien ciò: felice, o quanto,
Quanto beato sia quell’intelletto,
Che intempestivamente giugneravvi!
Maraviglia sarà del secol suo,
Come lo fu quell’abruzzese Silvio,
Che poi vestì ’l più bel di tutti i manti.
Costui, pria ancor che biondeggiasse in lui
Il primo pelo del secondo lustro,
Con sì veloce, anticipato corso,
Volò fin di Parnaso in su le cime,
E i portici d’Atene, e il Peripato
Scorse, col piè non già, ma con la mente,
Che ne stupì l’Eridano, ed il Tebro ,
E come mostro il dichiarar’ vivente.
E tal veggiam ne l’età nostra ancora
Fiorir Laura la saggia, che d’invidia
E’ argomento ai dì nostri, ad ogni sesso,
E a quello più, che di talento adorno,
Non sa far cose di memoria degne.
E pur costei, di cui risuona il nome,
Non per Bologna sola, ma per tutta
Italia ancora, ed oltre i monti, e i mari,
Vinta la debolezza de l’etate,
E la natura ch’a tutt’altro inclina,
Tanto vegliò, tanto sudò, e stiè ferma
Sotto la voce di maestra lingua,
E su le carte di misterj piene,
Ch’è ad aver giunta ne l’età più fresca
Colma la mente di filosofia,
E di laurea corona adorno ’l crine,
Sicchè oracol rassembra, e non più donna.
Tale in costoro, ad onta di natura,