Pagina:Il canapajo di Girolamo Baruffaldi, Bologna 1741.djvu/63

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Ma insiem del rastro dai ferrati denti,
Vanne, e leggier di piè, leggier di mano,
Tutta col ferreo adunco dente rompi
La contumace crosta, e ne sprigiona
Il seme, che d’uscir cerca la via.
Ma guarda che col troppo adunco dente
Troppo non morda, e la nascente gemma
Non franga sotto la corteccia occulta,
Che gran danno saria quel tuo lavoro.
Abbi un rastro di denti assai più brievi
Come d’allora nato catellino ,
Che poppa sì, ma l’ubero non morde;
O se non l’hai, tu la mordacchia poni
Con intrecciati vinci ai lunghi denti,
Che di lunghi da pria, diverran brievi,
E sol penetreran per quanto è d’uopo,
Senza turbar la prole allor nascente.
Che se ’l primo germoglio con le due
Solite foglie seminali è uscito,
Astienti pur dal rastro, e sii più gretto.
La tua, che sembrerà provida cura,
Altro allor non faria, ch’eccidio, e strage:
Troncheresti così le prime prime
Speranze, e i primitivi filamenti,
E nulla più dal tuo sudor trarresti.
Abbandona te stesso unicamente
A la provida cura del primiero
Motor, che tutto a tempo opra e produce.
Abbonda (già tel dissi) abbonda Aprile
Di piogge, ed una sua rugiada sola,
Più farà, che non tu con quel tuo rastro,
E lo vedrai fors’anche ad occhj aperti
Da la sera al vicin nuovo mattino.