Pagina:Il castello delle Mollere.djvu/37

Da Wikisource.

37

Non voglio affannarvi col racconto del dolore e del mutuo guardarsi in silenzio che fecero gli sposi in quel terribile giorno. Se avete fatto attenzione agli occhi dell’Agar del Guercino che sta nelle gallerie di Brera, avrete un’idea dei muti rimproveri di Rosetta. Rampoldo si trovò all’ora e nel luogo indettato a Finale. Splendevano le stanze del Gallesio di cento doppieri. Là era il fiore dei giovani e delle fanciulle della riviera di Ponente, tra le quali, v’ha chi dice, che il fuggitivo adocchiasse Ottavietta di Raimondo, come quella ch’era la più svelta della persona, e aveva certi occhioni che nel dialetto vernacolo i vagheggini di lei usavano chiamare euggi santi, e ne ricevette di