Pagina:Il castello di Malpaga.djvu/18

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visare una battaglia data sotto Bergamo contro i Milanesi. Tanto questa, che le altre sotto il portico (Tav. XXIII, XXIV e XXV), sono d’ignoto autore. Quella del Papa Pio II che manda lo scettro del comando a Bartolomeo Colleoni, è notevole per lo studio delle figure, e vi riconosciamo una fattura larga e spigliata di pennello — senza per questo accettare l’attribuzione fattane al Giorgione (Tav. XXIII).

Il dipinto che occupa tutta la parete di fondo al porticato terreno (Tav. XXV) è il meno importante dal punto di vista artistico, ma potrebbe acquistar interesse se si potesse precisare a quale fatto si riferisca la grandiosa composizione, nella quale ben si possono notare dei soldati colle imprese del Colleoni, ed i vessilli della Repubblica Fiorentina, ma nessun altro indizio storico. In quasi tutte queste composizioni la bizzarra figura di uno scudiere moro, coll’acconciatura del capo foggiata a forma di elmo fregiato coll’impresa della banda bianca o rossa collegante le teste dei leoni, si vede a lato del gran Condottiero (Tav. XXIV), per cui dobbiamo ritenere che questa figura abbia sempre accompagnato il Colleoni nelle sue guerresche imprese.


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Io mi auguro che queste modeste note, e le fotografie del Castello di Malpaga, abbiano trovato buona accoglienza presso il cortese lettore, col richiamare quell’imponente figura del Condottiero, così ardito e benefico ad un tempo, il quale chiudeva nobilmente l’avventurosa sua vita, colla memorabile risposta data agli ambasciatori, spediti dalla Serenissima Repubblica al suo letto di morte per tributargli l’estremo omaggio: “Consigliate la Repubblica che giammai confidi ad un altro generale un potere sì grande ed una autorità tanto forte come quella in me riposta.”