Pagina:Il cavallarizzo.djvu/68

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LIBRO PRIMO 32

l’età del cavallo, se risguarderà l’utile grande che ne seguita; conciosia cosa che quella cognition havuta, fa che si sappia far differentia in tutti gl’effetti del cavallo; tra il caval giovine & vecchio. Percioche non si convenghi altro governo, & rispetto al caval vecchio, & altro al giovane sì nella infermità come nel resto del vivere, & dell’essercitio suo? che come à gl’homini così a’ cavalli altri se gli conviene quando per la giovinezza sono fervidi & robusti, & altro quando per la vecchiezza sono gia freddi & deboli. Egli è cosa certo manifesta le doti & qualità del corpo con l’età mutarsi, & mutate queste si mutano anco l’affetioni & passioni dell’animo. Hor quanto a i denti del cavallo adunque devete sapere, che molti molte cose ne hanno detto, & variamente, le quali se noi volessimo recitar tutte sariano troppo lunghe, solamente quelle adduremo de i più preclari autori; & prima Aristotele dice, che il cavallo nelli trenta mesi muta li primi quattro denti dinanti. Dui di sopra, & dui di sotto; & finito quattro anni nel medesimo modo ne muta quattro altri dui di sopra & dui di sotto appresso alli mutati di mezzo; & dipoi un’altro anno con modo simile muta li quattr’ultimi; di maniera che passato i cinque anni & sei mesi non muta più alcun dente. Ma Plinio vole, che di trenta mesi muti i quattro denti primi, nel seguente anno altri tanti prossimi à questi, nel quinto i rimanenti con modo & ordine si sopra detto. Li quali ultimi denti caduti vol che rinaschino circa il principio del sest’anno: & che nel settimo gl’habbia tutti immutabili. Varone dice che di trenta mesi il cavallo lascia li primi quattro denti chiamati medij percioche stanno nel mezzo de gl’altri, & addimandati ancora lattanti; & nel principio del quart’anno nel medesimo modo, detto di sopra li altri quattro appresso; nel qual tempo cominciano à nascer quei denti, che si addimandano da i Latini columellarij, & cominciando dal quinto anno nel medesimo modo muta gl’altri. Nel sest’anno gl’agguaglia tutti; nel settimo gh’ha tutti uguali. Et per questo non si pò chiaramente più conoscere per i denti, di che anno & età sia. Nondimanco nel decim’anno le tempie cominciano ad esser cave, & le sopra ciglia alcuna fiata à farsi bianche, & i denti ch’erano uguali à sopravanzare, Nell’anno duodecimo si vede nel mezzo de’ denti alcuna negrezza non solita, & quanto va più in età più lunghi se gli fanno; da i columellarij in fuora, li quali con vocabulo volgare & comune si addimandano fasioli & scaglioni, li quali per causa del freno di poi il qunt’anno s’impiccioliscano sempre, & si consumano. Li denti del cavallo sono secondo Aristotile dodici quei davanti chiamati da lui voraci, & questo sono quelli delli quali si è parlato, che fanno conoscere l’età del cavallo. Appresso ce ne sono quattro canini così detti per l’acutezza c’hanno à guisa di quei de’ cani, & sono quelli che poco è, dissemo fasoli & scaglioni; & appresso à questi ce ne sono venti quattro molari secondo l’opinione del suddetto Filosofo.