Pagina:Il cavallarizzo.djvu/9

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PROEMIO.

usata però come si richiede, non essendo vietata, & essendo nel numero dell’arti buone, piena tutta di destrezza, bellezza, misura, & ingegno, & che reca utilità grande, non solo in particolare à ciascuno, ma in generale alle città, à gli stati, alle Republiche, a i Regni, & à gl’Imperij, fin della quale è, & deve esser questo, & perciò annoverata da quelli, che veramente vogliono teologizare, & non cavilare, tra le attioni buone, ò come dicano indiferenti. Quanto al comporre poi di quest’opera dico, ch’io non l’ho composta pinto da forza di vanagloria, & da cieca opinione di me stesso, nè meno per acquistarne oro & argento, havendo io sempre dispensato il mio largamente, & rifiutato anco gl’honori, & le rendite, come il ritratto della vita mia, & gl’amici miei ne possono far fede, & ho pregato Iddio sempre che al viver mio non dia, nè richezze, nè povertà, ma solo le cose necessarie, oltra le quali mai l’animo mio è trapassato, nè trapassa riputando nelle ricchezze essere difficil molto schivar la superbia & altri vitij, & nella povertà molto incommoda, & malagevole la vita, oltra che ben so io, che nè con questa io nè acquistarei, nè col fumo del grido de gl’homini io vivrei, ma solo l’ho composta per desiderio di giovar al mondo nel miglior modo, che la Iddio mercè mi ha fatto gratia di posser giovare, & se non giovo, assai è haver voluto, considerato nella peregrinatione di questa vita humana, noi non siam nati solo à noi medesimi, ma alla comune utilità de gli altri: considerato oltra di questo, che nella gran casa del Magno Iddio non solamente s’offerisce l’oro, & l’argento, ma il rame ancora. Il che non è da disprezzare, che la povera vedova non poss’altro nel gazofilaccio, che una picciola monetina di cotal metallo, la quale fu nondimeno molto accetta, & per avventura più dell’oro, & degl’incensi, che offerivano gl’altri, se perchè diede quel che potè, come perche l’offerta venne dal core. Et col talento che Iddio per sua gratia m’ha donato, ho cercato di fare usura, & non di sepelirlo, come fece il servo pusilanimo, & dapoco. Et se ben pare, che alcuni altri talenti, & doni io li habbi ascosti, & sepelliti non è però, che così sia quando per ragionevoli cause io per certo non gl’habbi possuto usare. Et questo basti, atteso che l’homo non è obligato à dire tutte le cose sue, & quelle, che lui sa, ma si bene à celarne, & tacerne molte. Oltra che io credo senza dubbio alcuno che la più parte delle mie ragioni sia nota hormai & chiara, & se non à tutti à una gran parte almen d’homin sinceri,