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LIBRO PRIMO 46

Risposta veramente indegna di cavalliero che dimostra molta negligentia del padrone; che cosa, che devria tener carissima comette al sol governo de’ servitori senza mai riguardarlo. Benedetti siano quei Prencipi, Signori, & Cavallieri, i quali di sì generoso animale hanno cotal cura, che non li basta tenerli comodamente come si conviene, & vederli ogni dì in stalla, ma se li fanno anco accomodare in camera, come fece il valoroso, & prudentissimo Capitan Signor Giulio Orsino, il quale nella guerra del Piemonte, havendo un caval turco eccellentissimo se lo teneva dì, e notte avanti à gl’occhi. Il simile han fatto molt’altri Signori, & Cavallieri poco tempo è; ma non così fanno già hoggi la più parte d’essi che scordatisi de’ buoni cavalli in tutto, e per tutto sol d’essi si serveno ne i bisogni, ò di guerra, ò di piaceri, ò d’altro. La qual trascurata negligentia non vorrei si vedesse così aperta, come si vede. Anzi io vorrei che circa il governo magnifico de’ cavalli, e delle stalle, i Prencipi, Signori, & Cavallieri imitassero il generoso, & Eccellentisssimo Alcibiade; il quale e nel nutrire, & fare governare i suoi cavalli, usò tanta diligentia, che nessuno ne antico ne moderno, ben che Re e Prencipe, l’usò mai tanta. Et se in molte cose l’Imp. Calig. merita biasimo grande, nell’edificar della bellissima, & superbissima stalla che fece per i suoi cavalli, favoriti, com’io vi dissi, è degno di gran laude. Gran vergogna è veramente di quei Signori, & cavallieri che si gloriano di nome tale, ne amano punto, ne vedono mai li lor cavalli, in stalla: non sapendo ben spesso, ne anco cavalcare, ò ragionar di cavalli. Ma non più di questo. Dev’esser fatta la stalla in luogo più vicino al palazzo del suo Signore, che sia possibile, & almeno se non si pò per tutti i suoi cavalli per le incomodità che accadeno, almeno per i migliori. Ma facendosi dove si voglia, avertasi di farla in luogo più commodo d’acqua, che sia possibile, e di tutto quello che all’uso de’ cavalli, quottidiano e necessario. Habbi ancora il suolo duro & asciutto, che così i piedi dei cavalli si conservano sodi, fermi, & il resto del corpo sano. Et però io vorrei che tal suolo nelle poste de’ cavalli fosse dinanzi rilevato, & di dietro pendino alquanto: accio che l’humidità potesse scorrere al basso. Non laudo quello, che ho inteso dire, che hora s’usa nelle stalle d’alcuni Cavallieri Napolitani, che fanno il suolo gobbo nel mezzo, cioè basso dinanzi, & anco di dietro. Perche oltra che i cavalli malamente ci possino riposare, & aitarsi nel levarsi dal giacere, l’orina anco non pò essere che in qualche parte non scorri à piedi davante, & che non facci anco molti altri effetti cattivi. Il qual suolo se sarà fatto in paese assai freddo, dev’esser fatto di tavoloni d’olmo, di quercia, ò d’altro forte legno, quanto più si possano havere, che siano conficati sopra travi, o dall’un travo all’altro di sotto si deveriano mettere carboni: ma che pur sotto à carboni fosse inastrecato, & pendino col suo scoritore, accioche ogni humidità havesse esito. Et in tal modo deveno essere