Pagina:Il cholera in Barberino di Mugello - Carlo Livi, 1855.djvu/16

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l’abito venoso o linfatico, sembra, che anche la materia combustibile per così dire si consumi più adagio e più tardi. Così la fecondità sembra un privilegio piuttosto de’ luoghi umidi e poco ventilati: così la venienza e pesantezza delle corporature valligiane e pianigiane contrasta colla magrezza e snellezza degli abitanti luoghi montani ed aprici, veramente perchè la imperfetta ossigenazione, non arrivando mai ne’ primi a ben consumare i materiali organici, questi si accumulano nel vivente medesimo, fino ad agevolare anche la generazione di nuovi viventi3.

La qualità stessa del vitto, vegetabile e feculaceo in gran parte nella classe più numerosa della popolazione, sembra contribuire ad aumentare e confermare ne’ corpi le dette abitudini.

L’indole poi delle malattie dominanti nel territorio Barberinese, la quale s’accomuna con quelle di tutta la vallata Mugellana, s’attiene manifestamente con la qualità del clima e de’ temperamenti. Difatti lo Zuccagni Orlandini nell’Atlante Geografico della Toscana, alla tavola illustrativa del Mugello ne fa sapere, come le verminazioni, i gastricismi, (forse meglio nomerebbonsi febbri con stato gastrico) e le intermittenti ne’ luoghi più bassi, sieno fra le malattie che tengono il campo. Lo stesso mi confermava a voce l’Ecc.mo D. Giovanni Guidotti, che vi ha da molti anni pratica estesissima. L’egregio D. Vitale Bugiani, il quale pure vi fu anni molti medico-chirurgo condotto, mi scrive, come in estate vedesse sempre predominare singolarmente le sinoche gastriche e le coliti, e nell’inverno le pleuriti e pneumoniti reumatiche e le eresipele.