Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/128

Da Wikisource.

IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

un delirio erotico e non lascia loro riposo finchè non abbiano sparso il seme di tutte le cose elevate su un mondo sì bello. Ecco un altro santo bizzarro! — C’è da non credere alle proprie orecchie, anche ammettendo che si creda a Platone. S’indovina, almeno, che ad Atene si filosofeggiava diversamente. Anzitutto ciò si faceva in pubblico. Nulla è meno greco che il fare, in solitudine, una tessitura di ragnatele, amor intellectualis dei alla maniera di Spinoza. La filosofia quale era praticata da Platone dovrebbe piuttosto essere definita come una specie di lizza erotica, che contenesse e approfondisse la vecchia ginnastica agonale e tutte le condizioni che precedevano. Che cosa è risultato, alla fine, da codesto erotismo filosofico di Platone? Una nuova forma d’arte dell’Agon greco: la dialettica. — Io ricordo inoltre, contro Schopenhauer e ad onore di Platone, che tutta l’alta cultura letteraria della Francia classica si sviluppò sul terreno degl’interessi sessuali. In essa si possono cercare dovunque la galanteria, i sensi, la lotta sessuale, la donna; non si ricercheranno mai invano.


24.

L’arte per l’arte. — La lotta contro il fine in arte è sempre una lotta contro le tendenze moralizzatrici nell’arte, contro la subordinazione dell’arte alla morale. Arte per l’arte vuol dire: «Vada al diavolo la morale!». Ma questa stessa inimicizia denuncia ancora la potenza preponderante del pregiudizio. Quan-

9 — 129