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Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/140

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IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

penhauer... Il pessimismo, per dirlo en passant, così contagioso ch’esso sia, non aumenta pertanto lo stato morboso di un’epoca, di una razza nel suo insieme: esso ne è l’espressione. Vi si soccombe come si soccombe al colera: bisogna aver già delle predisposizioni morbdie: il pessimismo in sè stesso non crea un decadente di più. Ricordo questa constatazione della statistica che gli anni in cui infierisce il colera non si distinguono dagli altri, in quanto alla cifra completa della mortalità.


37.

Siamo divenuti più morali? — Contro la mia nozione «al di là del bene e del male», com’era da attendersi, tutta la ferocità dell’abbrutimento morale, che, come si sa, in Germania passa per essere la stessa morale — si è scagliata all’assalto: avrei da raccontarvi sopra delle graziose storie. Prima di tutto si è voluto farmi comprendere «l’innegabile superiorità» del nostro tempo in materia di opinione morale; il nostro vero progresso su questo dominio: impossibile accettare che un Cesare Borgia, paragonato con noi, possa essere presentato, così come ho fatto io, come un «uomo superiore», come una specie di sovrumano... Un redattore svizzero del Bund, non senza esprimermi la stima che gli ispirava il coraggio di una simile impresa, arrivò fino a «comprendere» nella mia opera che io proponevo l’abolizione di tutti gli onesti sentimenti. Obbligatissimo! — Mi permetto di rispondere


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