Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/171

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FEDERICO NIETZSCHE

essere considerata come la sua definitiva confutazione, come il suo giudizio. L’affermazione della vita, anche nei suoi problemi più strani e più duri; la volontà di vita, rallegratesi nel sacrificio dei nostri tipi più elevati, dal carattere proprio inesauribile — è ciò che io ho chiamato dionisiaco, è in questo che io ho creduto riconoscere il filo conduttore verso il poeta tragico. Non per sbarazzarsi del timore e della pietà, non per purificarsi di una passione pericolosa per il suo sollievo impetuoso — è così che l’ha inteso Aristotele, ma per essere se stesso, al disopra del timore e della pietà, l’eterna gioia del divenire, — quella gioia che porta ancora in sè la gioia dell’annientamento... E con questo io ritorno al punto da dove sono partito una volta. — L’Origine della Tragedia fu la mia prima trasmutazione di tutti i valori: con essa io mi ripongo sul terreno da dove crebbe il mio volere, il mio sapere — io l’ultimo discepolo del filosofo Dionisio, — io il maestro dell’eterno ritorno...




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