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Una comunità di pratica esiste se gli individui che la compongono esperiscono un senso di appartenenza. I fattori da cui dipende il senso di appartenenza, secondo la definizione di Wenger, sono tre:

  1. mutuo coinvolgimento: attenzione costante e reciproca di ogni partecipante nei confronti degli altri;
  2. responsabilità rispetto agli obiettivi comuni (enterprise): impegno personale per la negoziazione e il perseguimento dell’obiettivo comune;
  3. repertorio condiviso: interiorizzazione del set di strumenti e linguaggi della pratica comune, in modo da accrescere il proprio livello di partecipazione.

Il primo fattore è il coinvolgimento. La pratica non esiste in sé, in astratto, bensì è creata tramite le azioni degli attori sociali suoi protagonisti, azioni i cui significati dipendono da un mutuo coinvolgimento. La stessa appartenenza ad una comunità è dipendente dal grado di coinvolgimento di ogni attore. Conseguentemente, l’elemento decisivo per una comunità fondata sulle pratiche è il lavoro di mantenimento della comunità, quel lavoro cioè che consente al corpo collettivo di mantenere la propria solidità e inerzia nel tempo. Se il lavoro di mantenimento delle comunità si realizza positivamente, nasce un circolo virtuoso, grazie al quale gli attori sono portati a investire ulteriore tempo ed energie nella pratica: “il coinvolgimento induce appartenenza e popolarità; appartenenza e popolarità inducono coinvolgimento” (Arata, 2000).
Il secondo fattore è la negoziazione di obiettivi e comportamenti comuni (enterprise comune). La negoziazione di un obiettivo comune non corrisponde necessariamente ad un accordo condiviso su tutte le questioni. “La missione è comune non perché tutti pensino la stessa cosa o concordino sui medesimi punti, ma perché, a fronte delle diverse esigenze e punti di vista dei partecipanti, esiste uno sforzo condiviso” (Ibidem). Attraverso la negoziazione, ognuno degli attori coinvolti comprende di essere chiamato ad assumere uno o più compiti, di natura esplicita o tacita. Questo regime di mutua responsabilità gioca un ruolo centrale nella vita della comunità di pratica. Da esso dipende, infatti, la definizione delle circostanze in cui sentirsi coinvolti (od estranei) rispetto agli obiettivi.
Il terzo fattore è lo sviluppo di un repertorio condiviso. “Nel corso del tempo lo sforzo congiunto per la realizzazione della missione crea supporti per la negoziazione del significato” (Ibidem). Gli elementi di un repertorio possono essere tra loro molto