Pagina:Il crowdsourcing tra necessità di coordinamento e perdita di controllo.djvu/35

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scambio delle competenze diventa un vero e proprio dovere etico. L’autore divide tale etica hacker in tre direzioni, che sfidano la tradizionale mentalità di weberiana memoria:

  1. etica del lavoro: gli hacker hanno un rapporto entusiastico nei confronti del lavoro;
  2. etica del denaro: l’attività è motivata non dal denaro ma dal desiderio di creare qualcosa che la comunità dei pari possa ritenere di valore;
  3. etica del network (o netica): condivisione dei prodotti che crea facilitazione dell’accesso alle informazioni.

Anche Torvalds, nel prologo al libro di Himanen, afferma che la ragione per cui gli hacker di Linux collaborano gratuitamente al progetto risieda nel fatto che trovano stimolante il lavoro che fanno.
Secondo Sergio Maistrello, l’economia della parte abitata della Rete è basata sul dono, su scambi e condivisioni gratuite; il guadagno consiste nella creazione di capitale sociale, cui si è precedentemente accennato.
Giuseppe Granieri, (in Maistrello, 2007, 57), osservando in modo specifico l’insieme dei blog, lo descrive come un sistema ricco: “per sua stessa natura un blog è un atto di generosità: essendo un nodo in un sistema di lettura, sposta l’attenzione (e il lettore) su altri blog invece di cercare di trattenerlo sulle sue pagine. Se un blogger legge un post interessante in un altro blog, lo cita linkando la fonte e indirizzando il visitatore verso nuovi lidi. Questa scelta, che in un sistema competitivo sarebbe un suicidio, nel sistema Weblog è prassi. In questo modo ci guadagnano tutti: l’autore del post perché riceve nuova attenzione, l’autore della citazione perché ha fornito un input qualitativo al suo lettore e il lettore stesso perché vede incrementare le probabilità di incontrare contenuti interessanti”.

Anderson, invece, in una recente intervista per “WiredTV” si pone controcorrente, e afferma provocatoriamente che l’assioma che vede internet come guidato dall’altruismo è errato. “Piuttosto, internet è guidato dall’egoismo. Le persone non si danno da fare perché sono buone e generose, lo fanno perché hanno motivi per farlo. Sono guidati dalla volontà di ottenere qualcosa per se stessi e se il sistema permette di avere qualcosa per se stessi e contemporaneamente per gli altri, allora lo fanno. Le persone hanno bisogno di far parte di qualcosa di eccitante, vogliono essere accettati, vogliono avere impatto sulla realtà” 1. Anche precedentemente l’autore aveva affermato che nella

  1. http://tv.wired.it/guru/chris anderson non e la generosita a guidare internet interviste oblique.html